“È l’inizio di un incubo!”. “È peggio, è la realtà!”. Così è stato definita la vittoria elettorale di Trump nell’incontro L’età della rabbia, svoltosi presso il teatro comunale di Ferrara durante l’ultimo giorno del Festival.
Tema saliente è stato senza dubbio la frustrazione dell’Occidente in crisi e, più in particolare, il risentimento in senso nietzschiano dell’uomo bianco eterosessuale. Il patriarcato bianco, infatti, sta assistendo ad un progressivo indebolimento della propria centralità socio-culturale. Lo Stato non rappresenta più un punto di riferimento per i cittadini, il che li porta alla ricerca di valori alternativi.
D’altro canto la misoginia e il razzismo non fanno altro che alimentare questo senso di avvilimento e frustrazione da parte dell’Occidente nei confronti del diverso. Inoltre la tendenza ad esagerare e a “costruire” qualsiasi emozione, la paura in primis, è fonte di banalità e di un desiderio ossessivo dei media di ripetere continuamente quanto già detto e ribadito.
Sobrietà del linguaggio e aggiornamento di categorie analitiche: questo è quanto è necessario al giorno d’oggi per ritrovare un’igiene nel campo dell’informazione. Il palco del teatro ci invita quindi a de-costruire quelle finte emozioni in favore di una realtà rinnovata e libera dal superfluo.
Lisa Greghi e Khalil Zantou (Liceo Ariosto)
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