La sala gialla è la sala perfetta per presentare l’uscita di un thriller. Ancora meglio se accanto all’aggettivo “thriller” aggiungiamo “noir”. Sono questi alcuni del libro di Maurizio De Giovanni: “I Guardiani”. L’evento è iniziato con la lettura di un passo del libro, fatta da Alessio Boni, per poter far entrare i lettori nel mondo scritto di De Giovanni.

Francesco Di Mare, il mediatore, ha presentato anche gli altri due ospiti dell’evento: Guido Tonelli e Chiara Francini con i loro rispettivi libri. Il “filo rosso” tra i tre romanzi è la città di Napoli e la sua periferia. Periferia intesa, non come esterno della città, ma anzi come interno. Questa bellissima città ha un’altra caratteristica, ed è quella del suo sottosuolo. “Ad una città in chiaro corrisponde una città sottoterra”. E’ questo il contrasto che fa da sfondo a “I Guardiani”.

“Lo scrittore ha il dovere di divertirsi” e “Le storie crescono si allargano e non ti permettono di lavorare, costringendoti a scriverle”: sono alcune perle che Maurizio ha esposto al pubblico in sala.

Sia il libro di De Giovanni che racconta di un altro regno fantastico nato dalla fantasia dell’autore, derivato dai racconti popolari sulla Napoli sotterranea, sia il saggio di Guido Tonelli sono legati dallo stesso filo conduttore: l’immaginazione.  Siamo soli nell’universo? Questa domanda che almeno una volta ci siamo posti tutti, stavolta è stata chiesta a Guido. Secondo l’autore non è così. “Noi siamo nella periferia della galassia dove sono stati trovati altri quattro possibili pianeti abitabili. Tutto questo gioco segue delle regole che non sono state fatte per noi”.  La precarietà è un tratto che ci accomuna tutti e che caratterizza anche il nostro pianeta “L’equilibrio sulla terra è un equilibrio precario”.

La parola poi passa a Chiara che presenta il suo libro: “Non parlare a bocca piena”, storia di una giovane donna, forte, che rappresenta la donna nuova, ma che possiede anche i valori tradizionali. La sua storia rappresenta “un amore non perfetto, ma perfettibile”, ambientato a Napoli.

Ultimo a parlare è l’attore Alessio Boni il quale ci racconta come sia difficile entrare nel cuore dei personaggi riprendendo il concetto universale trattato prima da Guido: “L’infinito, l’universo crea gruppi che diventa uno”.  Secondo Boni per poter rappresentare al meglio ogni personaggio è  necessario rievocare “La grande fragilità che ci accomuna”.

Anna Di Garbo e Lisa Greghi. Liceo Ludovico Ariosto, Ferrara