Un serpente che vuole essere una pera o un ragazzo che di mestiere fa il “sorreggiseno”: sono questi alcuni dei frutti della mente di Rita Bullwinkel, autrice americana esordiente che giovedì 9 ha presentato al Salone del Libro Lingua nera (Belly up), la sua nuova raccolta di racconti. Il New York Times l’ha definita “piena di squirmy pleasures“, letteralmente “piaceri attorcigliati”, poiché l’elemento reale di relazioni, solitudine e rapporti di coppia passa attraverso un filtro di ironia e surrealtà.
Ma perché proprio scegliere la forma breve del racconto? Perché è stato leggendo racconti che l’autrice si è innamorata della scrittura, presa dal fascino della libertà che concedono. Attraverso espedienti narrativi – come affidare ad animali il ruolo di personaggi – si può esprimere un inconscio che altrimenti verrebbe inibito e messo a tacere dalle convenzioni. E’ in un luogo profondo dell’inconscio, infatti, che nascono le stravaganti short stories di Rita Bullwinkel.
In più, una raccolta di racconti accompagna il lettore a lungo, probabilmente più a lungo di un romanzo, perché letta nei frammenti di vita, in quei pochi minuti a disposizione sufficienti a malapena per poche pagine. Stretta relazione tra emozioni e tempo: è questa la chiave del successo del racconto.
Maria Guandalini, Martina Piscitelli
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