L’Italia sostiene di aver trovato un modo di ridurre drasticamente il traffico dei migranti provenienti dalla Libia. La strategia individuata, però, non migliora la situazione critica delle migliaia di persone che cercano di fuggire, sposta solamente il luogo della carneficina dal mare alla terraferma trasformando la Libia in una “prigione a cielo aperto”.

Khalifa Abo Khraisse, giornalista, sceneggiatore e regista di Tripoli, Stefano Agenziano, MSF, e Nancy Porsia, giornalista freelance, hanno discusso presso il Teatro Comunale dell’attuale condizione libica e del ruolo che l’Italia e l’Europa stanno giocando in questo momento nella situazione. I paesi europei hanno infatti stretto accordi con il governo libico, che è però controllato dalle stesse milizie che gestiscono i traffici marittimi ed i campi di detenzione nel Paese. Proprio per questa mancanza di stabilità politica interna, la Libia non può attualmente essere un partner affidabile nella risoluzione del problema europeo dell’immigrazione. A dimostrazione del pessimo stato in cui vertono i migranti detenuti, il 30% di loro dichiara di aver subito una qualche forma di tortura. In aggiunta, nonostante le associazioni umanitarie come MSF nascano con lo scopo di aiutare tutte le persone in quanto tali, spesso vengono sfruttate dalla politica per occultare le violazioni dei diritti umani che quest’ultima supporta indirettamente finanziando il governo libico.

Molto spesso ci si affida ai dati diffusi dai media tradizionali, che però tendono ad allontanarsi dalla realtà, per questo sarebbe necessario rivolgersi anche ad altre fonti. Tali imprecisioni a volte sono dovute anche alla negazione da parte delle autorità libiche della libertà di stampa, perchè esse non vogliono che i loro complessi meccanismi di gestione dei migranti siano portati alla luce. Nancy, ad esempio, ha sempre svolto inchieste nella zona ma in seguito alla sua pubblicazione di alcuni dati, da otto mesi ormai non riesce ad ottenere il visto necessario per andare in Libia.

Beatrice Diana, Liceo Alfieri

Esther Dall’Olio, Liceo Ariosto