Il giorno 18 Maggio alle ore 15:30 si è svolta la conferenza dedicata alla mostra fotografica “Oltre il confine” del Liceo classico Cavour, che festeggia il suo 6° anniversario. Dopo l’introduzione di Elisabetta Tolosano, ha preso parola la preside del liceo Emanuela Ainardi che ha messo a confronto il significato di confine passato e odierno, non solo fisico ma anche psicologico. Ricordando la sfida americana alle barriere, da Kennedy a Trump, ci ha rivelato quali sono i veri confini di oggi: il mare, dal punto di vista fisico, e “i muri di pregiudizi e di indifferenza”, dal punto di vista psicologico. Per concludere attraverso la lettura della celebre poesia l'”Infinito” di Giacomo Leopardi ci ha trasmesso la speranza di un desiderato e definitivo superamento dei confini perché “la proiezione verso l’infinito arriva dal limite”.

Proprio a questo proposito ci sarebbe dovuta essere un’intervista a cura di Elisabetta ad un ragazzo nigeriano che ha affrontato il “viaggio della speranza”, ma che non è riuscito venire, impegnato a Roma per ricevere il passaporto.

E’ poi intervenuto Emanuele Pensavalle, ingegnere elettronico, che ci ha parlato della “vita oltre i confini terrestri”. Ha illustrato le difficoltà per gli uomini di ambientarsi in orbita, da quelle legate al movimento a quelle legate agli impulsi cerebrali. Questi problemi -afferma Emanuele- bloccano l’allontanamento dalla Terra, ma sono state avviate alcune iniziative attraverso il turismo spaziale. Passare una settimana in orbita è una di queste, ma è stata un’idea poco accreditata a causa del suo elevatissimo costo (20 milioni di euro). Più auspicabile, invece, è il progetto di fabbricare veicoli in grado di far provare l’ebbrezza di vivere in un ambiente senza gravità . Lui stesso è stato membro dell’associazione “Space Reinassance” che da tempo cerca delle soluzioni per permettere all’uomo di emigrare su altri pianeti naturali o su sistemi artificiali. Inoltre Emanuele ha spiegato come gli esperimenti  a scopo medico fatti sulle stazioni spaziali siano molto efficaci e utili allo sviluppo scientifico, grazie all’assenza di gravità, che sulla Terra maschera alcuni fenomeni.

Per concludere Gabriele Ferraris, noto giornalista, con la storia de “il confine del terzo banco” ci ha regalato una riflessione personale sui confini del mondo di oggi. Ci ha raccontato che, quando frequentava la scuola elementare nei “dannatamente tristi” anni ’60, la differenza sociale tra i compagni delle prime tre file, “ricchi e intelligenti”, e quelli degli ultimi due, “poveri e ignoranti”, era abissale. Si è soffermato sul fatto che gli insegnanti non si preoccupassero affatto di integrare i bambini delle ultime due file, facendoli spesso sentire inferiori. Il giornalista ha terminato il suo commovente racconto rassicurandoci che oggi il confine non è un problema, esprimendo la propria ammirazione per iniziative a scopo integrativo come quella della mostra fotografica organizzata dal liceo Cavour.