“Quando si è deciso che il tema del Salone di quest’anno sarebbero state le meraviglie d’Italia la prima persona che mi è venuta in mente sei stata te”. Sono state queste le parole pronunciate niente meno che dallo stesso presidente del Salone Rolando Picchioni per introdurre Brunello Cucinelli, famosissima firma italiana del cachemire di lusso, diventato celebre in tutto il mondo per la sua maniera innovativa di fare impresa. Brunello Cucinelli è molto più che un imprenditore: è un filantropo, un visionario, un umanista che sta portando il proprio esempio e la propria esperienza in giro per il mondo. Qui al Salone del libro si differenzia subito dagli altri ospiti per una caratteristica: è uno dei pochi partecipanti che tiene un evento senza avere nessun libro da presentare. Ma questo non significa che per lui la lettura giochi un ruolo marginale nella vita, il suo amore per i libri viene anzi subito espresso: “solo la lettura ci può far raggiungere la bellezza”. E durante tutto l’incontro lo stilista non ha rinunciato a citare personaggi storici, autori e opere che lo hanno ispirato nella vita: Sant’Agostino, Platone, Socrate, San Benedetto, l’Imperatore Marco Aurelio, e tutte persone che si sono distinte per un modo innovativo di concepire i rapporti tra uomini all’insegna del bene comune.

La bellezza è la filosofia che lo ha ispirato in tutte le sue attività: il suo motto è “la bellezza salverà il mondo”. Ma oltre che dei suoi ideali si è anche parlato della sua attività imprenditoriale: attualmente a capo dell’omonima azienda che ha fondato, continua ad accumulare risultati positivi sul mercato garantendo lavoro a centinaia di famiglie: “il lavoro dona dignità all’uomo, e l’uomo ha bisogno più di dignità che di pane” ha detto ad un certo punto. Ciò che rende la sua attività davvero unica è il rapporto che si instaura tra i suoi lavoratori e l’attenzione data alla valorizzazione del territorio in cui essa è collocata. Nella sua azienda non esistono dipendenti, esistono solo “collaboratori” con cui si condividono tutti gli aspetti dell’attività lavorativa. I turni di lavoro finiscono alle 17.30 per permettere a tutti di tornare in famiglia ad un buon orario e non è possibile continuare a lavorare dopo quell’ora. Importante anche l’impegno messo personalmente nella riqualificazione dell’area in cui è collocata la sua azienda nelle Marche: il suo piano è quello di abbattere diversi capannoni industriali costruiti negli anni ’80 per creare un nuovo parco dove i bambini possano andare a giocare con le famiglie.

Tutto il suo discorso è stato caratterizzato da un profondo senso di ottimismo e di fiducia nel futuro: secondo la sua opinione gli ultimi due anni dimostrano che “ci stiamo avviando verso un nuovo Umanesimo” in cui alle generazioni future sarà concesso l’onore di vivere un avvenire migliore in cui “Illuminismo e Romanticismo si fonderanno e conviveranno in un’unica epoca”.

Giovanni Sarti