«Una delle cose che preferisco fare a Londra è un giro sul London Eye […]. Ci vogliono trenta minuti per fare un giro completo […]. E’ interessante anche guardare le capsule da entrambi i lati della tua. Vedi degli sconosciuti che guardano fuori proprio come stai facendo tu[…]. Se contento che il movimento sia lento e regolare […]. Abbiamo portato Salim sulla ruota perché non c’era mai salito prima […]. Non avremo dovuto farlo, ma lo abbiamo fatto. Salim è salito da solo alle 11.32 del 24 maggio e sarebbe dovuto scendere alle 12.02 dello stesso giorno […] Poi la capsula è arrivata a terra. Ma Salim non era in mezzo a loro».
Per catapultare subito il pubblico tra le pagine, è cominciato così, con la lettura dell’incipit, l’atteso incontro con Sante Bandirali, editore e traduttore del libro Il mistero del London Eye, pubblicato da Uovonero, casa editrice che dedica la sua produzione ai bambini affetti da varie forme di disturbi dell’apprendimento, e scritto da Siobhan Dowd, morta di cancro nel 2007 a soli 47 anni.
Il libro racconta la storia di Ted, Kat e della loro famiglia, la cui vita viene stravolta dalla misteriosa scomparsa del cugino Salim durante un giro sul Lond Eye, la ruota panoramica di Londra. Ted cercherà insieme alla sorella di risolvere questo enigma, formulando nove ipotesi possibili. Nel testo non è mai citata la sindrome di Asperger da cui Ted è affetto, ma l’autrice, attraverso piccolidettagli, ci fa intuire la sua vera personalità e le sue capacità straordinarie. Il protagonista è a tutti gli effetti un vero e proprio detective, appassionato di meteorologia e di ricerca scientifica e queste sue passioni lo porteranno a risolvere il mistero.
Che cosa è successo davvero a Salim?
Insieme ai ragazzi presenti all’incontro abbiamo cercato una spiegazione: tante ipotesi dal pubblico e anche la testimonianza di Gaia che era appena stata a Londra e sul London Eye ci è salita davvero (e ci ha spiegato che è davvero impossibile scendere senza essere visti).
Al termine dell’incontro abbiamo intervistato Sante Bandirali che ci ha spiegato la difficoltà di tradurre alcune parti del testo, le metafore, i giochi di parole. Ha passato addirittura una giornata a pensare a come tradurre la marca dei cereali preferiti di Ted! Però è davero soddisfatto e orgoglioso del risultato. Ci ha anche spiegato che la casa editrice Uovonero crea libri per bambini e ragazzi con problemi di lettura, come la dislessia, ma non vuole rivolgersi soltanto a loro: vuole fare dei bei libri che siano per tutti, senza “muri” di divisione. Vuole insomme fare quello che Ted spiega nel libro: guardare le cose da un altro punto di vista.
Marta e Francesca, 2 H, reporter Fuorilegge, SMS Caduti di Cefalonia
Elisa, tutor Fuorilegge
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