Quanto sono attendibili le notizie che si leggono quotidianamente su internet? Come si possono riconoscere le bufale?

A queste domande ha cercato di rispondere Carola Frediani nell’incontro curato da La Stampa e da Riconnessioni-Fondazioni per la scuola.

Chi non ha mai sentito un’informazione rivelatosi poi falsa? Ad esempio la storia sui Bonsai Kitten che consisteva nel chiudere dei gatti in barattoli, mantenendoli in vita e facendoli così diventare dei bonsai. Creata agli inizi degli anni Duemila, ha provocato scandalo, scompiglio e ha portato alla diffusione di molti articoli di giornale che riguardavano i diritti degli animali.

L’unico modo per riconoscere un fake è informarsi il più possibile e filtrare le informazioni che ci arrivano dai social – come Twitter, Facebook o Instagram –  o dalle grandi piattaforme digitali come Google e YouTube; spesso infatti le notizie false si diffondono più velocemente  di quelle vere a causa delle forti emozioni che suscitano nelle persone, attraverso i meme, i titoli clickbait e le false citazioni di fonti esistenti da cui si dovrebbe aver preso spunto per scrivere. Il picco di bufale si è raggiunto nel settembre del 2016 durante la campagna elettorale americana.

Ecco i principali modi per disinformare tratti da uno studio di  http://www.valigiablu.it/fakenews-disinformazione/

  1. Collegamento ingannevole: avviene quando titoli e immagini differiscono dal contenuto.
  2. Contesto ingannevole: le informazioni false sono accompagnate da altre vere.
  3. Manipolazione della satira: il contenuto satirico vieni utilizzato per trarre in inganno.
  4. Contenuto fuorviante: uso ingannevole dell’informazione per sviare da un particolare argomento.
  5. Contenuto ingannatore: il contenuto viene spacciato come proveniente da fonti esistenti.
  6. Contenuto completamente falso: costruito per trarre in inganno.

Quindi… occhio alla bufale!!!!!!!

Stefano Lisa e d Emanuela Petrini, scuola media Caduti di Cefalonia