Donna. È questa la parola chiave per Loretta Goggi, che domenica 15 maggio ha presentato il suo nuovo libro “Mille donne in me” (Piemme, 2016) nella suggestiva location della libreria “Capo Horn” di Torino, in via Lancia 31/20.
Dodici figure femminili legate dal fil rouge della “resilienza”. Una parola difficile che, secondo il Devoto-Oli, è «la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi». Nelle pagine della famosa imitatrice, cantante, show-girl e attrice italiana assume un significato più ampio: resistere nel percorso minato della vita, ricomporre l’immagine di se stessi una volta che ci si è frantumati in mille pezzi, trovando la tenacia e riuscendo a usarla, sempre. La Goggi, in questo libro, utilizza le storie di donne che l’hanno influenzata nel suo percorso, artistico e non, per delineare la propria. Si racconta, si mette a nudo, si confronta e ci stupisce. Forse, in fondo, c’era da aspettarselo: anche il suo precedente libro “Io nascerò. La forza della mia fragilità” (Piemme, 2014) ha avuto molto successo e, per di più, in pochissimo tempo.
Berthe Morisot, Wieck Schumann, Marianna Ucrìa, Margot Fonteyn sono solo alcune delle protagoniste di “Mille donne in me” : così diverse, così vicine. La Goggi cita anche l’attivista nera Angela Davis e l’affascinante Valentina Crepax, regina dei fumetti. Riferendosi proprio a quest’ultima, l’autrice afferma: «È una donna libera e consapevole, tutto il contrario di quello che ero io da ragazza: mi è stata di grande ispirazione». Continua il suo elenco nominando Estée Lauder, figura importantissima nel campo della cosmesi, e poi Tina Pica: «Da bambina la vidi recitare nel film “Pane, amore e fantasia” e mi fece ridere. Da quel momento decisi che, nella mia vita, anche io avrei fatto ridere la gente», rivela con un sorriso nostalgico sul volto.
Loretta afferma, con consapevolezza ma senza arroganza, che è riuscita a portare avanti questa scelta: le imitazioni sono state per lei il trampolino che le ha dato l’occasione di tuffarsi nella piscina della televisione e, grazie ad esse, può dire di aver fatto divertire molte persone. Fin dagli inizi, tra gli anni sessanta e settanta, è stata una “visionaria”: così si autodefinisce, per restare in tema con il Salone del Libro di quest’anno. «Mi sono allargata in spazi che nessuno aveva delineato per me», dichiara con fermezza. Aggiunge di non aver nessun rimpianto, nonostante ci siano stati alti e bassi nel suo percorso: «Ho abbandonato tre volte le scene – sono ancora sue parole -, ma per tre volte il lavoro è sempre tornato a bussare alla mia porta. La fortuna è fondamentale nella vita anche se, a volte, si tratta di predestinazione: basta trovare la propria strada».
E a una donna che non avesse ancora trovato la sua? «Direi che non se deve preoccupa’» risponde ridendo la Goggi. Poi si fa seria: «Le direi anche di cercare all’interno di se stessa, perché tutto ciò di cui ha bisogno è lì dentro: siamo tutti pezzi unici e non dobbiamo fermarci a quello che gli altri vogliono da noi».
“Mille donne in me” dà voce a questa brillante, ironica e anticonvenzionale autrice che vuole dire a tutti che la donna è una forza della natura: attraverso gioie e dolori di ogni giorno può riscoprire se stessa e riuscire a vedere il bellissimo fiore che c’è in lei.
Federica Antonioli e Cristina Ganz
Liceo Classico e Musicale “C. Cavour”
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