“Io arrivo da lontano, e per me l’immagine della ristorazione è rappresentata da un oste che, una volta arrivato il cliente, apre le braccia e lo accoglie”. Questa è la frase che forse meglio raffigura la filosofia culinaria di Antonino Cannavacciuolo, chef stellato di fama internazionale, e la sua ultima pubblicazione di ricette “A Tavola Si Sta Insieme”. Non ci può essere paura più grande, per un professionista della cucina, di quella di vedere i consumatori relegare il pasto ad una semplice funzione fisiologica, disumanizzandolo; questo libro vuole essere una risposta alternativa alle esigenze di un pubblico in continua evoluzione. “Se un cliente entra nel mio ristorante e mi dice che non può o non vuole mangiare un determinato tipo di alimento” ha affermato lo chef “io lo accontento”. 

Ma ad un fine ardito come la ricerca di una nuova filosofia culinaria deve necessariamente corrispondere una adeguata impostazione; anche da questo punto di vista però il nuovo libro di Cannavacciuolo non è in difetto: illustrazioni e fotografie di impiattamenti “aperti” lasciano al lettore-cuoco la possibilità di spaziare, fornendo semplici spunti artistici. 

Nella cucina bisogna “giocare con gli ingredienti”, ma non solo: non è infatti solo una questione di chimica, di tempi e di gradi. La cucina è anche una questione di umanità: bisogna avvicinare le nuove generazioni alla cultura del cibo, per non perdere il retaggio che contraddistingue da sempre il nostro paese nella sua interezza, dalle Alpi alla Sicilia.

Michele Corio e Giulia Piccoli