La vita umana, come una narrazione, ha una durata finita. Com’è possibile allora moltiplicarla, allungarla? Intrecciandola ad altre storie, sovrapponendola ad altre vite. E la vita di Luca Rastello si è intrecciata a quella di molte persone, che in quest’occasione hanno voluto onorarne la memoria, raccontando chi fosse questo straordinario personaggio.

Ma chi era davvero? Ad essere sinceri non ci è del tutto chiaro: nessuno sembra aver conosciuto la stessa persona. Alcuni hanno parlato del giornalista “indagatore di contraddizioni, smascheratore di quelle realtà che vengono taciute”, altri dello studente brillante e pigro, ma pigro di una pigrezza che non è un difetto, bensì un pregio; tutti conoscono lo scrittore eccezionale, l’uomo impegnato politicamente, ma era anche un matematico, un filosofo, un passeggiatore e, sopra ogni cosa, un sognatore. L’unico tratto che tutti i suoi innumerevoli amici hanno conosciuto, è stata la sua generosità, senza remore e senza freni. Nessuno è mai riuscito a etichettarlo, e lui stesso non lo avrebbe mai sopportato: ha vissuto tante anime, non sarebbe possibile rinchiuderle in un’unica definizione. Lui voleva essere ricordato solo per il dono della libertà, e così lo ricorderemo. Già, aveva proprio un talento per questo: si prendeva la libertà di scrivere verità scomode e di fartele amare tuo malgrado; si prendeva la libertà di arrivare esattamente dove voleva lui a dispetto delle magistrature, si prendeva la libertà di conquistare chi gli stava vicino, vivendo amicizie di intense complicità, eterne. Questa sua libertà però non se l’è tenuta per sé, l’ha donata per tutta la vita: basti pensare alle innumerevoli famiglie bosniache che si era impegnato personalmente a salvare, fondando nel 1993 il Comitato accoglienza profughi ex-Jugoslavia. Ci sono tante, troppe cose da dire riguardo all’uomo eccezionale che è stato Luca Rastello, troppe storie da raccontare. Il pubblico che è venuto a seguire questo incontro, tanto commovente quanto segnato da un profondo dolore, non avrebbe potuto essere più numeroso: testimonianza tangibile del segno che lo scrittore ha lasciato a Torino, la città da lui tanto amata, lo stesso spazio vuoto che ha lasciato nella vita culturale italiana.

Sara De Mola