“No pain, no gain”.

“Nessun dolore, nessun guadagno”
La frase che ha ispirato e motivato molti atleti professionisti a superare le proprie difficoltà e a migliorarsi sempre, sembra concordare con l’idea di Luis Sepulveda di vedere nella stesura di ogni suo racconto una vera e propria sfida.
La sua sfida, spiega lo scrittore cileno, è quella di far arrivare, anche ad un solo lettore, il suo messaggio d’amore.
Durante l’intervista con gli studenti al Verdi di Pordenone alla domanda:”A quale dei suoi libri si sente più legato?”, Sepúlveda ricorda un episodio della sua vita, in cui un giovane gli ha spiegato come la lettura del suo libro “Un nome da torero” gli abbia fatto rivalutare il padre ex rivoluzionario assente nella sua infanzia. Questa esperienza per lo scrittore è stata la più grande soddisfazione, in quanto con la potenza di un suo racconto è riuscito a trasformare l’ odio di un figlio nei confronti del padre in amore profondo.
Tutte le domande poste a Sepulveda nel corso della conferenza sono state pensate da studenti degli istituti superiori della provincia. Ma qual è il pensiero dell’intervistato riguardo ai giovani e al loro futuro? Si è pronunciato con grande ottimismo, spiegando come, secondo lui, la gioventù d’oggi sia solidale, generosa e socialmente attiva, e che, anche se il futuro appare nero, “tutti insieme possiamo farcela”.
Ed è nei giovani che lo scrittore ripone la propria fiducia anche in campo ecologico, tematica a lui particolarmente cara.
Nel complesso Sepúlveda ci appare come una personalità forte e decisa, che vuole sentire la soddisfazione di fare qualcosa per il mondo. Per le persone e per la natura. Una delle esperienze più significative per lui è stata quella con Greenpeace, la nota associazione ambientalista, con la quale ha potuto occuparsi di un grande problema che affligge il mondo animaĺe, e cioè la caccia alle balene. Ciò che conserva di questa avventura, oltre al fatto di aver conosciuto gente “formidabile e coraggiosa”, è un piccolo talismano con una balena d’argento, dal significato speciale: essa porta fortuna a coloro che in precendenza l’hanno portata a lei.
Per quanto riguarda il futuro della scrittura, Sepúlveda si esprime in termini più che positivi, dimostrandosi sicuro del fatto che essa cambierà ma non potrà scomparire. Nonostante lettura e tecnologia possano sembrare nemici, egli stesso afferma i vantaggi dell’ebook reader, che non ostacola bensì favorisce il piacere della lettura. Il problema dunque non sta nel progresso tecnologico, ma nella violazione dei diritti d’autore di coloro che scaricano illegalmente.
Un tema ricorrente insomma è stato quello del domani, sul quale lo scrittore sembra puntare. Ma cosa racconta Sepúlveda del suo passato? Cosa lo ha spinto a scrivere? Innanzitutto, racconta, ha avuto una bravissima insegnante che ha saputo incoraggiarlo a coltivare la sua passione. Fin da giovane ha letto moltissimi libri d’avventura, ma più tardi ha scoperto la bellezza dei libri di Francisco Coloane, i quali a sua detta rispecchiano completamente il clima della Patagonia, la terra che gli sta a cuore. Ha deciso di voer scrivere anche lui una storia forte ed appassionante.
Ma perché nei suoi libri i protagonisti sono spesso animali? Lo scrittore spiega come, con la favola, si allontanino problemi e situazioni della vita reale, e si riesca a scrivere con maggior chiarezza e immediatezza. Inoltre gli animali sono metafora perfetta dei diversi aspetti del carattere umano, e dunque semplici favole possono essere storie per bambini e al tempo stesso una lezione di vita.
Lo scrittore scherza sopra il particolare feeling che ha coi gatti, che addiritura lo rincorrono per le strade. “Un astrologo cinese mi disse che tante vite precedenti ero un gatto”.
Personaggi che hanno un ruolo particolare sono anche le donne, le quali spesso mentiscono e tradiscono. Coincidenze? Sì, ribadisce Luis Sepulveda, si tratta solo di un’esigenza del racconto. In realtà egli si considera un grande ammiratore della donna, un femminista, ed ammette di ammirare le donne per la loro capacità di capire più piena rispetto all’uomo. “Non sono un misogeno!” Esclama infine tra l’approvazione e le risate del pubblico. E tra gli applausi sentiti si conclude l’intervista.

Federica Andriolo, Alberto Maluta, Giulia Pacella, Liceo Scientifico Grigoletti di Pordenone