Un universo in espansione: è così che oggi Michele Masiero ha definito Dragonero, famosa serie a fumetti della Sergio Bonelli Editore. Nata da uno schizzo su una tovaglietta in una trattoria a Lucca nel ’95, dopo una semplice chiacchierata tra amanti del fantasy, l’idea si è evoluta per Luca Enoch e Stefano Vietti in un investimento molto più ampio. I due hanno unito i rispettivi progetti e nel 2007 la loro storia ha esordito come romanzo venendo però pubblicata come serie solo nel 2014. Il successo è stato inaspettatamente enorme, tanto da spingerli a cercare nuove modalità di racconto e un pubblico più vasto: sono stati quindi realizzati anche due romanzi – editi da Mondadori – oltre ad una serie parallela, Senz’anima, più adulta e volta a spostare la classica narrazione su una tematica più moderna, e numeri speciali di frequenza annuale. Ma, appunto come l’universo, è una crescita continua quella di Dragonero, che ha ricevuto anche un premio per essere diventata un prodotto cross-mediale, ossia che viene sviluppato in numerosi formati. Non solo romanzo e fumetto, infatti: si sta lavorando addirittura ad una serie animata per bambini che sarà prodotta dalla Rai in 26 episodi e andrà in onda tra un paio di anni. Il cartone avrà una linea narrativa differente da quella originale, ma sarà ovviamente collegata ad essa e adattata per il basso target a cui è dedicata. All’incontro del Salone a cui abbiamo assistito ci è stato proposto il trailer completo, che introduce in un’atmosfera immersiva, anche grazie alla grafica fenomenale: la scelta per i disegni è stata mescolare il 3D, che li rende più realistici, con il 2D, in modo da dare la sensazione di “vedere un fumetto” agli spettatori, ed è stata veramente una scelta azzeccata. Alla produzione della serie collaboreranno moltissime persone e si prevede un buon successo, data la popolarità delle storie originali. Non resta che da godersi, come hanno detto gli autori, la “soddisfazione nel vedere una creatura nata per gioco avere un’espansione continua”.
Silvia Bracco e Marta Atzei, Liceo Alfieri
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