Massimo Firpo, Paolo Ricca e Susanna Peyronel presentano il volume L’autorità Secolare, firmato da Martin Lutero. Questo testo è di particolare rilevanza per le importanti contraddizioni che vi si trovano, le quali fanno sì che il libro dia diversi spunti riflessivi. Nelle pagine del volume è facile riscontrare il tema della teologia in relazione con la politica. I diversi argomenti trattati si articolano attorno a due punti fondamentali per il pensiero luterano: l’obbedienza alle autorità e lo scarso successo che si riscontra forzando il popolo ad avvicinarsi alla religione. Tutti i relatori hanno rigorosamente precisato che la storia determina la teologia, ma non viceversa: la teologia, infatti, è un elemento che contribuisce a scrivere la storia, ma allo stesso tempo è fortemente condizionata da essa, perché parallelamente ad eventi che riguardano la religione, nel corso del tempo, si verificano anche eventi esterni che però influiscono ugualmente su diversi aspetti religiosi. Le idee di Lutero, nonostante egli sia un uomo vissuto nel Medioevo, possono essere lette in chiave moderna, e non vanno interpretate in modo univoco in quanto Lutero aveva proposte molto complicate da poter attuare nella rigida società medievale. Inoltre, nel testo analizzato, vengono sottolineati diversi aspetti del clero, secondo il quale un uomo di chiesa non poteva conciliare spiritualità e politica, quindi doveva astenersi dal partecipare attivamente alla vita politica della città; Lutero, al contrario, pensa che la comunità abbia bisogno di uomini del clero per esser ben governati, quindi invita la Chiesa ad aprirsi alla politica. Egli non condanna in alcun modo le proteste, ma non accetta che vengano giustificate attraverso la religione o vengano attuate in nome di Dio; invita a rivoltarsi non come uomini cristiani, bensì come uomini rivoltosi. Lutero è promotore di una rivolta che non coinvolga Cristo.
Grazie a questo volume abbiamo una raccolta ben analizzata di molti punti del pensiero Luterano, sicuramente ricco di contraddizioni, ma anche da intendersi come scrigno di una vasta culturale che giunge ancora sino a noi.

                                                                                                                                                               Irene Astancolli, Alessia Roncagalli

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