Retromania: non è un concetto, ma una parola di tendenza che indica diversi fenomeni come moda, musica del passato o riunioni di gruppi musicali che tornano ad esibirsi insieme. Si tratta di una ricerca del passato in modo maniacale, quasi patologico, dovuta al clima nostalgico che regna nella nostra società. Nel ventunesimo secolo sembra che tutti siano “malati di passato”: le band non sono in grado di creare un proprio stile senza riciclare quelli precedenti, i film sono remake dei grandi successi passati e persino le mode ritornano, come quella vintage o hipster. L’avanguardia sembra sia stata smarrita, ma qual è il motivo?

Con il termine “Retromania”  Simon Reynolds ha intitolato il suo saggio che, dopo la prima pubblicazione del 2011, è stato ripubblicato quest’anno per  cercare di trovare una soluzione che possa rispondere alla nostalgia del passato e all’assenza di originalità che ormai è caratterizzante per la nostra era.

L’autore, invitato alla conferenza “Retromania: la nostra ossessione per il passato” presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, ha avuto un confronto riguardo i temi del suo libro con l’autore del saggio “Superonda”  Valerio Mattioli. Il filo conduttore della discussione era la musica, il suo rapporto con la politica e il contrasto tra quella moderna e quella vintage. Le opinioni di entrambi trovavano un punto di comune accordo nel fatto che  le nuove generazioni, invece di fare passi avanti e rinnovare il panorama musicale attuale, si ispirano ancora alle tendenze degli anni ’80 e ’90 per cercare di trovare il successo come i personaggi di quegli anni. Non mettere in dubbio la bellezza degli anni passati e più che giusto, ma è nostro compito guardare al futuro ed esplorare per trovare nuove idee, anche perché prima o poi il passato e le sue idee da cui prendere spunto esauriranno.

 

Giulia Boffa e Marco Bulgarelli

Liceo Classico Vittorio Alfieri