Una francese trasferitasi in Turchia in cerca di ispirazione per un libro, subito dopo l’attentato alla redazione della famosa rivista parigina Charlie Hebdo, sembra paradossale: eppure è proprio il caso della scrittrice Valérie Manteau.
Autrice de Il solco ( L’Orma), il suo è romanzo-reportage nato da un’appassionato interesse verso le altre culture e dalla voglia di mostrare quanto il lavoro del giornalista sia significativo. Il protagonista dell’opera è Hrant Dink: scrittore turco di origine armena ucciso ben dieci anni prima della strage francese. Il celebre caso di Dink è utilizzato da Manteau come esempio lampante di quanto la stessa Istanbul, in particolare, sia vittima e carnefice allo stesso tempo. Narra infatti di una città devastata da lotte politiche, potere strettamente gerarchizzato e rifiuto della democrazia, ma allo stesso tempo desiderosa di una svolta.
Un ulteriore obiettivo dell’opera è quello di cercare di dare una risposta ad alcuni tra gli interrogativi più complessi e delicati che la maggior parte delle persone e anche degli esperti si sono posti dopo aver scoperto la triste vicenda di Dink, primo tra tutti il perchè sia stato dato un valore così tanto simbolico solamente alla Francia in seguito a queste vicende.
Durante la lettura del romanzo è inoltre possibile notare quanto in realtà non sia stato scritto in modo totalmente neutrale, ma anzi in chiave strettamente personale. La genialità dell’autrice sta proprio nel riuscire a trattare argomenti così tanto discussi e delicati con chiarezza e semplicità, intrecciandoli anche a una storia d’amore.
Il caso di Dink e Charlie Hebdo, ma anche dei tanti altri citati nel libro, sono simbolo del combattimento per la libertà di stampa e di quanto le parole siano in realtà le armi più potenti, il tutto ben inserito in una chiave romantica e romanzesca che rende piu’ leggera e scorrevole la lettura.
Sara Zanardi
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