Sono arrivata a Torino trovando un po’ di inverno, la stagione perduta dell’anno 2016 – almeno per chi vive a Roma. Le studentesse e gli studenti della classe 3 L mi aspettavano disposti a semicerchio – la mia sedia al centro, tra Augusta Giovannoli ed Eva Giuliano, loro insegnante di italiano e latino. Sapevo che una copia del mio libro era arrivata nelle loro mani il giorno stesso e dunque non avevano avuto modo di leggerlo ed è probabile anche che alcuni di loro avessero appena scoperto che si trattava di poesia. Sorpresa!
Abbiamo parlato a lungo quel giorno e ho avuto due sensazioni, più forti delle altre: che mi chiedessero chiavi per avvicinarsi alla lettura di poesia e, soprattutto, che mi chiedessero conto di ciò che faccio. Sono circolate nella stanza parole come responsabilità, egocentrismo, Eldorado, stile, lettura, tempo, epica, momento, fortuna. Nel punto più intenso dello scambio, quando loro avevano trovato il coraggio di essere spontanei, anche pungenti, e io avevo abbassato le difese, ho pensato ai versi in esergo di una raccolta di poesie di Ernst Meister. Probabile che poi il momento sia passato, che si sia saltati ad altro, e quelle parole non sono state dette. Approfitto ora di questo breve resoconto per lasciarle qui, in una foto della pagina del libro stesso, a simbolo e chiosa del nostro primo incontro
Mariagiorgia Ulbar
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