Leggere rende liberi: questo è il motto che è stato ripetuto più volte da Carlo Martigli durante l’incontro tenuto nello spazio Sentieri Digitali.

Martigli ha appena pubblicato due libri, editi da Mondadori, ovvero La custode di Leonardo (nel quale la quindicenne Sofia incontra il grande inventore e diventa la sua guardia del corpo) e L’apprendista di Michelangelo (nel quale il giovane Jacopo scappa di casa per realizzare il suo sogno di diventare un pittore e viene preso a bottega da Michelangelo). Martigli però nell’incontro ha preferito focalizzare l’attenzione sul significato di alcune parole che a volte usiamo senza comprenderne il vero valore e che sono strettamente collegate tra loro. La prima di queste è “schiavo”, che si collega alle sue recenti pubblicazioni in quanto Leonardo era figlio di una serva. Per l’autore questa parola vuole indicare una persona che non ha una libertà di pensiero e che quindi non ha una cultura. La seconda è invece “libertà”, ossia il contrario di schiavitù, visto che una persona libera ha un pensiero proprio e possiede una propria volontà. Ultima, ma non meno importante, è la parola “eresia”, che viene da una parola del greco antico e significa scelta; un eretico è quindi colui che sceglie e di conseguenza è un uomo libero. Per l’autore questo termine è diventato così importante al  punto che ha intitolato Eretico una gazzetta da lui creata. Lo scrittore crede che la lettura sia fondamentale per poter essere liberi poiché ci aiuta a pensare, a riflettere e a ragionare. Lui stesso ha fatto la sua “eresia” scegliendo di lasciare il suo lavoro di bancario per fare della scrittura la sua professione.

Giulia Iuorio, Lorenzo Matcovich, SMS Caduti di Cefalonia