“Matrimonio all’italiana” -la conferenza tenutasi presso il Teatro Nuovo di Ferrara durante il festival di Internazionale- non parla di veli da sposa o interminabili banchetti, bensì della neonata coalizione di governo.
A discutere della nostra turbolenta situazione politica sono Jason Horowitz del New York Times , Jérome Gautier del Le Monde e la giornalista spagnola Irene Savio, mediati dal vicedirettore di Internazionale Jacopo Zanchini.
Il dibattito si apre con Gautier che definisce Salvini un “genio della politica, fuoriclasse del governo”; eppure al momento è relegato all’opposizione, sebbene tutti si aspettassero che avrebbe ottenuto ciò che voleva.
L’analisi della figura che ha dominato la politica dell’ultimo anno si concentra sulle sue strategie di comunicazione associate al “playbook” degli altri leader populisti, primo tra tutti il presidente Donald Trump. Una critica è mossa anche alla stampa italiana, incapace di porre un filtro e di analizzare le reali problematiche, creando invece confusione e sterile retorica.
“Siamo all’inizio di una psicoanalisi di gruppo” preannuncia Gautier.
Era impensabile fino a poche settimane fa che due forze politiche in continua disputa potessero formare un’alleanza; ma hanno trovato un nemico comune in Salvini e l’ostilità ha agito come collante. Irene Savio afferma che questo governo troverà stabilità solo riuscendo a rispondere alla frustrazione degli italiani causata dalla diseguaglianza economica -addirittura peggiore della questione immigrati!
Horowitz osserva che non si riesce a trovare una logica interna: “E’ meraviglioso: è il gioco della politica, ma nessuno pensa all’Italia”.
Zanchini conclude chiedendo che cosa manchi all’Italia: secondo Horowitz la fiducia in se stessa, per Gautier abbiamo tutto ma non lo sappiamo sfruttare adeguatamente; la Savio infine afferma che tutte le premesse ci sono, è il rapporto del nostro paese con se stesso il problema “perchè ci sono tante Italie nell’Italia”.
Sveva Sacchi, Emanuela Strozzi
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