L’adolescenza è un’età difficile e, nello stesso tempo, meravigliosa: un momento affascinante della crescita durante il quale diventiamo quelli che saremo per tutta la vita passando attraverso una serie di esperienze e di prime volte.

È  proprio dal mondo dell’adolescenza che trae ispirazione Melvin Burgess, autore tra gli altri di Storie d’amore e di perdizione, titolo originale Junk (Salani), Kill All Enemies, Innamorarsi di April, Il rogo (Mondadori) ,  Billy Elliott (Fabbri), tratto dalla sceneggiatura dell’omonimo film.

I personaggi dei suoi romanzi affrontano realtà difficili: la droga, il sesso, la violenza, il pregiudizio e il bullismo, mentre attorno a loro gli adulti sono assenti, violenti, rigidi o persi anch’essi nelle loro dipendenze.  Melvin ha affermato di voler scrivere i libri che non ha mai potuto leggere da ragazzo, proprio perché la letteratura per adolescenti non esiste da sempre. È stato infatti uno dei primi, negli anni Ottanta,  a rivolgersi a questo pubblico così difficile. Ha iniziato a scrivere storie vere perché il suo editore, avendo un figlio che si era avvicinato alla droga, gli aveva chiesto di scrivere un libro su questi temi. Junk ebbe un successo immediato, ma non fu letto dagli adolescenti cui era indirizzato, bensì da bambini di 11 anni, a dimostrazione del fatto che questo genere di letteratura era ancora poco noto.

Burgess ci spiega infatti che la verità sugli adolescenti non era affatto gradita e, quando gli fu proposta la realizzazione del film omonimo, il progetto non andò in porto perché non sarebbe stato ben accetto. Ed è proprio questa la chiave della sua scrittura: essere diretti e realisti, perché gli adolescenti vogliono arrivare al cuore dei problemi senza tanti giri di parole.

Per raccontare le sue storie lo scrittore ha avvicinato e intervistato molti giovani, visitando anche le comunità che accolgono i ragazzi espulsi dalla scuola, ma è stato anche a Leeds – nel nord dell’Inghilterra – dove i ragazzi punk o heavy metal si riuniscono, e lì ha conosciuto quello che diventerà Rob in Kill all enemies. 

Lo spunto dei suoi libri è sempre legato alle vite reali, mentre nel corso della storia inserisce un po’ di fiction perché “la vita non è un libro“.

Il suo stile particolare e la scelta di dar voce a tutti i personaggi offre al lettore la possibilità di una visione tridimensionale sul mondo facendo sentire la presenza di tutti e dei diversi punti di vista. “Per crescere non è necessario passare attraverso queste esperienze così dure e difficili, ma leggendole si possono conoscere i problemi e le storie di ragazzi non molto lontani da noi e diventare così più ricchi umanamente” afferma infine lo scrittore.

È proprio il caso di dire che i lettori, grazie anche alla simpatia e al fascino di Melvin Burgess, non hanno resistito a prendere posizione nelle prime file di una affollatissima Arena!

intervista melvin

Andrea Gnani e Paula Voerzio, S.M.S. Caduti di Cefalonia; Alan Poggio Liceo linguistico Marie Curie, tutor Fuorilegge