Il progetto riguardante il libro “Ognuno potrebbe” di Michele Serra, organizzato per il Salone Off 365 dalla Scuola Holden, è stato presentato ed introdotto alla classe IIC dal professor Franco Chiarle come un’occasione di analisi e di lettura commentata di una pubblicazione recente; le date degli incontri sono state fissate e ad ogni studente è stata fatta pervenire una copia del libro con le istruzioni di terminare la lettura dei primi cinque capitoli entro il primo incontro e di tutti i rimanenti, possibilmente, entro il secondo.
Il primo incontro è stato tenuto alla Scuola Holden ed è cominciato con la visita dell’edificio e la presentazione della scuola, dei corsi e del tipo di preparazione che offre; cinque studenti si sono presentati e hanno fatto da guida. Dopodichè la classe è stata divisa in gruppi di quattro o cinque individui ed ad ogni gruppo è stata presentata un’attività della durata di non più di un quarto d’ora, una per ciascuno dei ragazzi della Holden: una lettera ipotetica ad una persona scomparsa o ad un oggetto perduto, una descrizione di “non-luogo”, un commento sul proprio rapporto col cellulare oppure un’idea sul proprio lavoro futuro, un semplice dibattito e confronto sui primi cinque capitoli del libro ed infine un esercizio d’immedesimazione che comprendeva il fingersi Giulio Maria durante una foto di gruppo basandosi sulla descrizione di sè che egli dà nel primo capitolo. Ogni gruppo, cambiando postazione ad intervalli, ha seguito una per una tutte le attività al termine delle quali la classe è stata riunita in un’unica sala. Qui alcune delle produzioni scritte sono state lette ad alta voce e alcune delle foto sono state proiettate, le attività sono state quindi commentate insieme.
Il secondo incontro si è svolto invece nel Liceo Gioberti, precisamente nell’aula della classe interessata. I cinque ragazzi della Scuola Holden e le loro proposte si sono concentrate maggiormente sull’analisi del libro a lettura ultimata; sono state poi preparate le prime domande, una per ciascuno studente, e consegnate in modo anonimo. Allo stesso modo ognuno ha scritto su un pezzo di carta, in seguito consegnato, il titolo di un eventuale articolo giornalistico verosimilmente scritto da Giulio Maria. Infine, a gruppi di circa quattro o cinque persone, la classe ha avuto il compito di trascrivere tutti gli avvenimenti di cinque capitoli del libro – cinque diversi per ciascun gruppo – tralasciando completamente i pensieri del protagonista: si nota così che questi occupano la stragrande maggioranza del racconto, una volta eliminati lo si può riassumere in poche pagine. Dal confronto finale sono scaturiti alcuni dubbi, per esempio sul finale aperto, sull’effettiva vendita o meno del capannone e sulla figura del cinghiale che ripetutamente appare senza una chiara spiegazione.
Il terzo incontro, sempre al Liceo Gioberti, è stato di preparazione per l’arrivo di Michele Serra. Sono state lette le domande ed i titoli di articolo, questi ultimi sono stati poi suddivisi per ipotetiche categorie d’argomento come “relazioni”, “luoghi e non-luoghi”, “mancanza di comunicazione”. I ragazzi sono stati suddivisi in cinque gruppi: due si sono occupati rispettivamente del book-trailer e della presentazione di Michele Serra mentre i rimanenti tre hanno cominciato a formulare e trascrivere le domande da porgli, le quali sono state successivamente stampate e ricontrollate in modo che non ci fossero doppioni.
Il quarto incontro infine è stato quello con Michele Serra e ad esso hanno partecipato diverse classi oltre alla già coinvolta IIC: le iniziali presentazioni preparate miravano proprio alla migliore comprensione degli studenti non facenti parte del progetto. I preparativi sono cominciati ben prima dell’arrivo di Serra con la distribuzione delle domande, una per ciascuno studente della IIC, le prove di proiezione e di lettura, la decisione dell’ordine degli interventi.
Giunto l’autore e dopo una breve introduzione, i primi a prendere parola sono stati i ragazzi facenti parte del gruppo che si è occupato della presentazione dello stesso Serra; con l’aiuto di una proiezione hanno ricordato i suoi maggiori impegni, i suoi studi, i suoi passati impieghi e la sua situazione familiare. E’ stato dunque proiettato il booktrailer; a questo è seguita la lettura ad alta voce del primo capitolo di “Ognuno potrebbe”, che in qualche modo descrive molti aspetti del personaggio protagonista, la sua diffidenza verso la tecnologia, la sua passività, il suo senso d’estraniazione.
Gli studenti sono stati chiamati al microfono ordinatamente per porre ciascuno la propria domanda all’autore, il quale ha avuto l’occasione di mettere in chiaro alcuni elementi rimasti nel buio, come la scelta del titolo e dell’immagine di copertina, e di rispondere ai dubbi dei lettori sulla figura stessa di Giulio Maria, sul suo rapporto con il cellulare e col mondo esterno, sul valore del lavoro manuale ed il narcisismo della società moderna.
Infine è stato lasciato un margine di tempo agli studenti non coinvolti nel progetto per esporre eventuali quesiti aggiunti.
Al termine dell’incontro la classe, pregna dei messaggi portati avanti dal libro e in parte ribaditi dall’autore, ha convinto Serra a scattare tutti insieme un selfie di gruppo per mezzo dell’egòfono di una studentessa. Le prove fotografiche, sono ad oggi gelosamente conservate negli egòfoni della gran parte dei membri della classe.
Bianca Martinetto, Liceo Gioberti di Torino
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