Il Sermig, ovvero l’arsenale della pace, è un posto incredibile, dove avvengono alcune delle poche, ma grandiose opere che veramente aiutano i bisognosi in Italia e all’estero. Collette alimentari, progetti per l’integrazione e altre numerose forme di volontariato vengono quotidianamente portate avanti dal fondatore Ernesto Olivero assieme ai suoi ragazzi.
E proprio nella sede storica di Torino, mercoledì 27 gennaio2016, si è tenuto l’incontro del giornalista e scrittore Michele Serra, per la presentazione del suo ultimo romanzo “Ognuno potrebbe” per la rassegna del Salone Off 365. L’ingresso era libero, ma soprattutto accessibile a tutti: l’evento, infatti, si poteva seguire anche in diretta streaming (tramite il sito del Salone del libro) quasi ovunque, persino in Corea del Sud; “un po’ come Sanremo, ma qua è per davvero” ha sottolineato ironicamente lo scrittore.
Davanti al pubblico, Serra si è cimentato nella lettura di alcuni estratti del libro (pubblicato da Feltrinelli), accompagnato dalle coinvolgenti musiche dei giovani Giuseppe Lopizzo e Simone Bortolami.
“Ognuno potrebbe” è la storia di Giulio Maria, un giovane laureato in antropologia con un contratto di due anni a 700 euro al mese, vive nell’asettica e provinciale Capannonia, ha un Egòfono e un navigatore satellitare dalla voce suadente che gli fa sbagliare strada. Il suo lavoro consiste nel catalogare le esultanze dei calciatori per una qualche indagine statistica. Assieme a lui, a formare il team di “ricerca”, c’è Ricky, inguaribile ottimista, che considera il collega inutilmente infelice e cupo: effettivamente solo quando ascolta i “Kings of Leon” – gruppo preferito dell’autore fuori dalla finzione narrativa- l’amico dimentica momentaneamente il grigiore che lo circonda.
Intanto la ragazza di Giulio è all’ospedale. Una bicicletta l’ha investita mentre lei, attraversando la strada, teneva fisso lo sguardo sul suo smartphone.
Le chitarre in sala hanno suonato “Solitary Man” di Neil Diamond prima che Serra facesse conoscere il protagonista. Un uomo solitario, sospeso nell’età di mezzo, pieno di idiosincrasie, che pensa di essere l’unico ad aver percepito gli ossimori e le sproporzioni immorali di questi tempi: dopo un incidente prima di occuparsi di se stessi è necessario, di norma, controllare che non si sia scheggiato il vetro del cellulare.
L’ex giornalista de l’Unità ha creato con Giulio Maria un anti-eroe supponente e ipocrita, centrando forse amaramente il comportamento tipico di questa società che scarica la colpa su altri e disprezza a priori il presente. Tuttavia anche l’antropologo, mentre lava i piatti, si dispera di fronte all’impossibilità di scattarsi un(a) selfie.
Col caratteristico sarcasmo che lo contraddistingue e la scorrevole prosa, Michele Serra potrebbe aver evidenziato il Problema di oggi.
Davide Machiorlatti, Redazione Liceo Alfieri, Torino
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