L’evento di ieri sera 11 Marzo, ore 20.45, tenutosi al Convento di S. Francesco, è stato introdotto dalle parole di Annamaria Manfredelli che ha voluto ricordare come la cinematografia e la scrittura siano due forme d’arte diverse tra loro; perciò difficilmente conciliabili. Infatti, nonostante Yasmina Khadra abbia a sua volta partecipato alla stesura del lungometraggio, non è stato possibile inserire tutti i dettagli contenuti nel romanzo. E’ seguita poi la proiezione del film “Morituri” tratto dal primo romanzo della serie di Gialli a sfondo Noir di Yasmina Khadra, prodotto nel 2007 dal regista Okacha Touita.
Il film vede protagonista il commissario di polizia scorbutico e sempre con la risposta pronta Brahim Llob, alla ricerca della figlia scomparsa di un magnate algerino. Iniziano così le indagini che lo condurranno sempre ad un vicolo cieco finché non si scoprirà una rete di connivenze tra governo, mafia e integralisti. Di fronte a tutto questo la sua mente brillante riuscirà a risolvere il caso con un atto non del tutto legale(che non sveliamo).
La vicenda viene rappresentata con un drammatico realismo, basti pensare che il regista per rappresentare la scena dell’attentato, avvenuto davanti al commissariato, ha utilizzato i video originali dell’attentato kamikaze del 1995 in pieno centro di Algeri, forniti dal Ministero degli Interni. Del resto dobbiamo tener conto che la violenza di questi episodi nasce da un’esperienza vissuta da Khadra, trovatosi ad essere testimone di un attentato, che ha causato la morte di tanti bambini innocenti. Forse la tragicità di questo fatto ha portato alla scelta di un titolo che richiama in modo ineluttabile la morte “Morituri= destinati a morire”.
Il commissario Llob fin dalle prime scene ci appare non come il solito commissario Montalbano, ma piuttosto come una figura fuori dagli schemi, rinchiusa in un’istituzione tradizionale. Lo intuiamo in diversi momenti del film, in cui, nonostante si imbatta in uomini importanti (politici, letterati…), non si fa alcuno scrupolo a rispondere per le rime. Ad esempio, con la frase: ”Non c’è uomo peggiore che un asino diventato sultano”, risponde ad una critica, mossa da un cinico Ministro ai suoi romanzi.
Tuttavia la sua maschera beffarda cade quando i problemi legati al lavoro mettono in pericolo la famiglia, come quando viene trovato un pacco sospetto davanti alla porta della sua abitazione.
Un film di forte impatto: anche questa volta Khadra, partendo da un caso particolare, riapre il dibattito sulla corruzione all’interno delle istituzioni che, in modo più o meno grave, è presente in tanti, se non in tutti, i Paesi del mondo.
Sara Radegonda, Alice Pittau (IV H Liceo Grigoletti, Pordenone)