E’ finalmente uscito il secondo volume di Antonio Scurati: “M. l’uomo della provvidenza”, preceduto da “M. il figlio del secolo”, vincitore del premio Strega 2019. In questo nuovo romanzo vengono trattati gli anni dal 1924 al 1931 dello scorso secolo, quando il fascismo iniziò a diventare l’unico partito politico governativo italiano. Il titolo deriva da un soprannome dello stesso cancelliere, che gli venne attribuito dall’Arcivescovo di Praga e poi dal papa, dopo essere sfuggito a diversi attentati alla sua persona. Lo scrittore fa presente anche come gli italiani non abbiano mai smesso di cercare, senza mai venire soddisfatti, l’uomo della provvidenza. I colori del fascismo, secondo Scurati, erano il nero, che rappresentava la cronaca nera e la violenza gratuita presente in quegli anni, ma anche la bandiera del partito e il rosa, attribuito ai pettegolezzi legati ai personaggi politici dell’epoca (in particolare sulla loro vita privata). Un esempio è lo scandalo sessuale che portò alla rovina Augusto Turati, organizzato da Graziani, politico rivale, invidioso del suo ruolo politico prestigioso. Ma la stessa vita sentimentale del comandante era sempre messa in mostra. Mussolini fu anche uno dei primi leader populisti della storia, se non il primo: utilizzava la sua voce per irretire le masse, il suo corpo per soggiogare la loro mentalità. Era consapevole del fatto che gran parte della gente fosse analfabeta o avesse a malapena conseguito un diploma di quinta superiore, e sfruttava ciò a suo favore. Aveva capito che la politica non si faceva più solo fra intellettuali, ma anche assieme al resto dello Stato. Vendeva quindi la sua immagine come quella di un eroe, nonostante stesse compiendo uccisioni di massa nella Libia appena conquistata.

Giacomello Eva Laura, Giulia Zanetti, Liceo M. Grigoletti.