Cosa non può mancare a un vero scrittore? Per Virginia Woolf, è essenziale una stanza tutta per sé.
Nadia Fusini chiude la seconda giornata del Salone guidandoci negli ambienti in cui ha vissuto una delle più celebri scrittrici inglesi.
Per la Woolf la casa è un luogo sacro di libertà, di condivisione, dello stare insieme, dove ci si può sentire sé stessi: stare nella sua stanza stimolava la sua creatività e l’aiutò a comporre dei romanzi che sono ormai diventati dei classici della letteratura del Novecento.
Due furono i luoghi importanti per l’autrice: Monk’s House, nella contea del Sussex, e Londra. Seppur diametralmente opposti, quei due ambienti le furono di grande ispirazione.
Il primo, in cui passava le estati, alimentò il suo amore per la natura, abbracciandola con il verde della campagna, e permise a lei e al marito di ritirarsi dalla vita mondana, “come due lupi”, creando un luogo intimo dall’atmosfera unica. Monk’s House non era tuttavia un luogo eremitico: molto spesso i coniugi Woolf organizzavano delle feste con i loro amici più stretti per intrattenersi e stare in compagnia, tratti che la Woolf riteneva essenziali per stimolare la sua scrittura.
Londra invece la conquistò con il fascino delle sue strade: il libro Street Haunting , letteralmente “infestando le strade”, esprime appieno come l’autrice amasse passeggiare per la città e come questa le fosse d’ispirazione. Un altro luogo chiave della capitale inglese era la casa editrice della quale Virginia era direttrice (prima si trovava a Richmond, in Paradise Road, successivamente si trasferì appunto a Londra), dove aveva la possibilità di incontrare altri scrittori suoi contemporanei, scambiare con loro opinioni e consigli; insomma “un luogo dove far vivere la parola umana”.
Nadia Fusini, con voce appassionata e ritmo incalzante, ci ha condotti negli spazi più intimi della celebre scrittrice in pochi minuti di intervento.
Un approfondimento originale, che ha mostrato un altro lato di Virginia Woolf e che non poteva mancare in questa edizione Extra del Salone del Libro di Torino.
Irene Peresson, Arianna Cozzarini
Liceo Scientifico M. Grigoletti, Pordenone
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