È possibile chiedere i diritti d’autore per i neologismi? Secondo Tullio De Mauro, illustre linguista italiano, un termine è degno di tal nome se entra a far parte del patrimonio comune.
Ed è proprio il neologismo il tema dell’incontro di giovedì 10 maggio, tenuta al Salone del libro di Torino, di cui De Mauro è stato ospite; a coordinare i lavori Andrea Bajani.
Ma quando una parola può avere l’onore di essere definita neologismo? La questione non è così semplice: infatti non possono essere chiamate parole nuove solo quelle mai dette, mai scritte; ma esistono anche le parole occasionali che, come meteore, nascono e muoiono in una giornata, e le neosemie. Proprio perchè la lingua è un organismo vivo, le parole non conservano mai il loro significato originario, ma assumono sempre nuove sfumature. E come possiamo noi giovani contribuire all’evoluzione della lingua? A questo ci stanno già pensando i ragazzi della Redazione permanente del Bookblog, che hanno formulato i neologismi con cui De Mauro si è confrontato. Così termini come ultramobilismo, ludovita, giovendù, proiessenza, biostalgia, perdistanza, neomane, rinuncianesimo, istoria e querelista sono diventati i protagonisti dell’incontro: alcune hanno persino ricevuto un augurio di lunga vita da parte del linguista. Chissà che non entrino a far parte del nostro vocabolario e, che, un giorno, non più neologismi, siano oggetto della ricerca filologica: qualcuno, un Edoardo Sanguineti del domani, potrebbe indagare sulla loro origine.
Irene Cavallari e Margherita Mastellari
Liceo L.Ariosto di Ferrara
Foto di Ornella Orlandini
Bè, senza dubbio l’argomento è interessante. Sono particolarmente d’accordo con giovendù e con rinuncianesimo. Che bel lavoro ragazzi!