L’incontro, ricco di riflessioni, tra l’editorialista del Corriere della Sera Massimo Gramellini e il fisico e docente Carlo Rovelli, ha avuto inizio in toni decisamente colloquiali, permettendo di prendere una boccata d’aria dalle ardue discussioni attuali.

Rovelli infatti, introducendo il recente romanzo del giornalista “Prima che tu venga al mondo”, da’ inizio ad una toccante riflessione sulla paternità e la crescita personale. Il libro, composto da nove capitoli, uno per ogni mese di gravidanza, racconta il viaggio di un uomo già maturo che, nell’attesa della nascita del suo bambino, subisce una profonda trasformazione e capisce finalmente che cosa significhi essere adulto.

È la paternità quindi a permettere di crescere, una paternità che però non si traduce automaticamente nell’avere dei figli, come precisa l’autore, ma che, in modo più universale, significa assumersi la consapevolezza delle proprie responsabilità verso gli altri.

Molte persone diventano adulte senza avere figli e molte altre nonostante i figli non lo sono ancora, perché quello che veramente dà’ un senso alla nostra vita è l’amore, in tutte le sue forme.

Crescere significa quindi comprendere e accettare la nostra interdipendenza individuale, che deve riflettersi in un’interdipendenza globale.

Proprio questo periodo di grande crisi ci sta facendo capire quanto valore abbia la relazione e la cooperazione tra individui e tra Paesi, che non deve essere sopraffatta dalla paura e dalla chiusura nei confronti degli altri. Come sempre nella storia dell’umanità le prove di ciò si possono ritrovare nel passato, nelle grandi pesti che nel corso dei secoli hanno colpito il pianeta e che, proprio a causa della mancanza di collaborazione, sono state molto più catastrofiche.

Adesso Tommaso, il figlio di Gramellini, ha un anno. Come tutti i bambini di quell’età sta iniziando a sperimentare la sua individualità, a rendersi conto di essere un soggetto separato dalla madre, e non un tutt’uno con essa come lo è stato per nove mesi.

La speranza, per lui come per tutti i bambini del mondo, è che crescendo faccia tesoro della sua individualità, condividendola con chi gli è accanto.

Caterina Marchini, liceo V. Alfieri Torino