Sei città intorno al globo per altrettanti libri sul cibo: Berlino, Tokyo, New York, Pechino, Barcellona e Roma. Sei autori alla scoperta di paesi, atmosfere e cibi diversi tra di loro; Bajani a Berlino, Fabio Geda a Tokyo, Paolo Cognetti a New York, Giuseppe Culicchia a Pechino, Marco Malvaldi a Barcellona e Davide Enia a Roma. La casa editrice EDT li ha spediti a conoscere, ad esplorare e naturalmente a mangiare per poi raccontare la loro esperienza culinaria nella collana Allacarta rispettivamente nei libri ” E’ bellissimo il vostro pianeta”, “Itadakimasu-umilmente ricevo in dono”, “Tutte le mie preghiere guardano verso Ovest”, “My Little China girl”, “La Famiglia Tortilla” e “Uomini e Pecore”. Culicchia, Geda e Cognetti ci raccontano la loro esperienza coordinati da Luca Iaccarino, giornalista e critico enogastronomico torinese nell’incontro “Dal Sashimi al Barbecue, sapori d’Oriente e d’occidente”
Quale cornice migliore in cui parlare di Gola di una Chiesa? Nel meraviglioso Oratorio San Filippo Neri ascoltiamo Culicchia che ci racconta di Pechino; una città moderna in cui lo Straniero, L’Occidentale è visto come l’altro perché lui è rosa, come i maiali, insomma… è diverso; una città in perenne mutamento in cui i viali sono lunghi quaranta chilometri, in cui se chiedi di farti mostrare un luogo tipico cinese ti portano in un centro commerciale, in cui i mercatini di antiquariato sono fatti solamente perché gli Occidentali li chiedono e dove tutto è finto, ma deve sembrare vero, in cui il nuovo è molto più importante, più interessante del vecchio appunto perché nuovo; Una Città in cui ci sono enormi parchi dove frotte di bambini armati di retino vanno a caccia dell’aperitivo per i genitori: insetti, bancarelle smisurate che ne sono piene, è questo l’aspetto culinario più interessante: il cibo di strada. Culicchia cerca di svelare il “mistero della Cina”, ma mistero era e mistero rimane. Iaccarino descrive “My little China girl” come un libro divertente, ma che fa riflettere.
Se in Cina la Tradizione esiste solo per gli Occidentali, così non è in Giappone che Fabio Geda descrive come un paese Ossimoro,un paese dove il presente convive in armonia con il passato. Tokyo è descritta come una città in cui a fianco di grattacieli di ottanta piani ci sono pagode dove si va a pregare una volta finito il turno di lavoro. Una città dove i ristornati sono tutti monotematici, non come da noi dove in pizzeria puoi ordinare venti tipi di pizza diversa; in Giappone hanno un rapporto assolutamente specifico con il cibo, ogni ristorante prepara un solo cibo, al massimo in due versioni diverse, caldo o freddo. Altra caratteristica che Geda mette in evidenza nel libro è il rapporto tra il cuoco e il consumatore: la cucina spesso è costituita da un bancone al centro del locale su cui il cuoco cucina davanti ai clienti e poi li osserva mangiare, un usanza che a noi occidentali crea sempre qualche disagio, cosi la definisce Geda.
Dall’Oriete passiamo all’Occidente, al simbolo del Qui e dell’Ora: New York dove Paolo Cognetti è andato alla scoperta della cultura culinaria Americana, Cultura che si è dimostrata un’unione di tutte le etnie arrivate a New York nell’arco del tempo: Italiani, Afro-Americani, Cinesi, Portoricani,Irlandesi.Per descriverci questa unione prende come esempio l’Hamburger, il piatto americano per eccellenza: le patatine nascono grazie agli Irlandesi, mentre la carne è Americana, manca però la cultura italiana infatti il foraggio è quel che è. Cognetti afferma anche che oramai New York non è più la città della contemporaneità e del lusso, o almeno non più come nel secolo scorso; ma è anche una città di mare e in tutti i bar, in tutti i ristoranti si trova pesce, come si legge nel suo libro “la baia di New York una volta era una delle più pescose d’America”.
Federico Albert, Redazione Alfieri
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