«Il digitale non è stato creato per sostituire l’analogico, ma per integrarlo» queste sono le parole di Federico Taddia giornalista, scrittore e autore televisivo che ama definirsi “curioso”, intervistato da noi ragazzi del Bookblog nella seconda giornata di SalTo EXTRA.

 

Partendo da questa affermazione, egli ha spiegato come la versione online potrà essere un nuovo metodo di lavoro futuro, da portare avanti, in modo tale da ripensare il Salone e le altre attività sia in versione digitale che in versione analogica.

A causa dell’estrema digitalizzazione, che caratterizza questo periodo, si pone agli occhi di tutti il problema del “ritorno alla normalità”.

Taddia sottolinea: «Nessuno ci ha preparati alla quarantena e nessuno ci sta preparando a ripartire».

Perciò, nonostante sarà estremamente difficile tornare alla vita di tutti i giorni, bisognerà tentare di apprendere e ricordare gli insegnamenti che, insieme ad ansie e paure, il lockdown porta con sé.

 

La conversazione ha anche riguardato il progetto Parole Ostili, al quale l’intervistato ha contribuito con la pubblicazione di un libro. Questo progetto è intenzionalmente mirato a bambini e ad adolescenti con il fine di creare un ponte tra i grandi saperi e i giovani lettori, grazie al quale si scopre un nuovo modo per comprendere le cose. Il giornalista ci ha infatti spiegato come preferisca instaurare rapporti con i giovani, che sono un pubblico imprevedibile e variegato, rispetto a quello adulto.

Il feedback al suo libro in collaborazione con Carlotta Cubeddu è stato molto positivo perché “non è un manuale pieno di risposte, ma un insieme di tante piccole esperienze personali, di domande e di strumenti che possono aiutare a creare una propria strada di lettura del libro per uscire da brutti periodi o per una crescita personale”.

 

Abbiamo anche chiesto a Taddia di raccontarci la sua esperienza con Lorenzo Cherubini, anche in questo caso è stato particolarmente contento all’idea di parlarcene. Il noto cantante, infatti, è molto appassionato di avventure e lunghi viaggi, perciò ha deciso di intraprenderne uno in bici, filmandosi con una GoPro. Finita l’avventura ha chiesto al suo storico videomaker, Michele Lugaresi, e al nostro intervistato di editare e montare le 50 ore di video che aveva registrato. I due hanno accettato volentieri ed alla fine è stata pubblicata su RaiPlay una serie  dal titolo Non voglio cambiare pianeta che, in un periodo come questo, ha portato un po’ di movimento e avventura nelle vite degli spettatori.

Taddia ha voluto precisare che nonostante lui “non abbia fatto un chilometro” in bici è stato comunque un viaggio interessante, nuovo ed emozionante.

 

Successivamente gli abbiamo chiesto, dato che si occupa di argomenti come internet e educazione dei ragazzi al mondo digitale, se ricordasse fake news o altre notizie che lo avessero molto colpito in questi mesi di quarantena.

Al giornalista le fake news hanno fatto sorridere, ma anche riflettere; infatti si è chiesto chi mai potesse credere a cose così assurde: Trump ha consigliato di iniettare il disinfettante per curare i malati di Covid-19, chi dice di bere acqua a 60°C, chi addirittura crede che il virus sia stato creato in laboratorio. Dichiara però di aver riscontrato anche news positive: noi ragazzi in questo periodo ci siamo molto impegnati nella cura dei nostri nonni, pur standogli lontano: chi ha fatto partite a carte tramite Skype, chi ha fatto dirette sui social in cui i nonni spiegavano come fare un dolce, chi semplicemente li ha chiamati e ci ha scambiato due parole.

Per concludere possiamo dire che tutto quello che accomuna questi atteggiamenti e ciò che stiamo vivendo adesso sono le parole che, per Taddia, sono un punto di congiunzione tra tutte le età. Esse sono il mezzo con cui noi possiamo esprimere i nostri sogni, le nostre paure, quello che ci diverte, ciò che ci preoccupa, quello che ci emoziona…

 

Come faremmo se questo ponte non esistesse?

 

Michelle Anago, Agnese Davi, Sara Bonora e Lucia Di Foggia, Liceo Ariosto di Ferrara