La settimana con l’autore si conclude con un tuffo nel suo paese nativo, tra la voce di Sophie Zelmani e le note di accompagnamento di Lars Halapi alla chitarra e alla tastiera, Thomas Axelsson al basso e Peter Korhonen alla batteria. La voce delicata e sussurrata dell’artista ricrea uno status di tranquillità unita ad una nota malinconica, che forse è quella provata da Larsson nel ricordo di quella che, seppur non particolarmente cara, è la sua patria.

L’ampiezza limitata della sala ricrea un ambiente intimo e serrato, che lascia spazio all’immaginazione di un pubblico proveniente da luoghi e culture diversi, dunque libero di ritrovare in quella musica il proprio paesaggio, il proprio paese, la propria casa. Un’atmosfera perfettamente coerente con i pensieri di Larsson, che si estendono oltre i confini fisici e morali e enfatizzano il concetto di libertà; liberi di provare emozioni diverse, di dare una propria interpretazione a quei componimenti, di ritrovarsi o meno in un testo musicale.

Le parole accomunano due mestieri diversi: quello di uno scrittore e quello di una cantante. Possono avere significati distinti, riferirsi a situazioni opposte, ma hanno la capacità di lasciar emergere temi simili e complementari: amore, libertà, malinconia, dolore, sogno; due modi dissimili di esprimersi, due talenti che si riuniscono in un ambiente suggestivo quale la chiesa di un convento. In tema, quindi, la scelta della cantante di portare sul palco I pray, affacciandosi alla sfera della sacralità.
Dedicafestival 2017 si conclude così: Larsson tra il pubblico, tra i suoi lettori, illuminati dai riflettori e immersi nei loro pensieri tra le note di Dreamer, in una realtà che solo la musica è in grado di ricreare: quella di una dimensione parallela alla vita di ogni giorno, ma più rassicurante.

Franzin Chiara e Boggio Flaminia

3CSCI – Liceo Scientifico M.Grigoletti, Pordenone