Ogni anno il Salone del Libro stupisce i suoi appassionati visitatori con la realizzazione di percorsi centrati sulla multiculturalità ed il confronto tra personaggi di respiro internazionale.
Uno dei più rappresentativi è il percorso Anime arabe che si occupa di invitare presso gli spazi espositivi del Salone personalità attive nella politica dei loro Paesi d’origine, per la maggior parte legate al mondo della cultura araba.
Quest’ edizione, curata nel suo terzo anno da Lucia Sorbera e Paola Caridi, dedica particolare attenzione alle narrazioni e contronarrazioni della storia del Medioriente.
Con questo obiettivo, giovedí 10 maggio, Yasmine al-Rifae, Mark Levine e Lucia Sorbera hanno dialogato circa il saggio Orientalismo scritto da Edward Said, un libro “rivoluzionario” di grande critica del pensiero coloniale, che giá quarant’anni fa fu capace di mettere in discussione i mondi costruiti dal pensiero culturale e politico europeo rispetto al mondo arabo e all’Islam.
A partire dall’analisi di questo volume, venerdí 11 maggio Gabriele del Grande, blogger per Fortress Europe, ha proposto una contronarrazione della nascita e dello sviluppo del cosiddetto stato islamico raccontata a partire dalle testimonianze dei disertori di questo stato, come ha spiegato nel corso dell’evento svoltosi in Spazio Duecento in compagnia di Elisabetta Rosaspina. Ma il percorso di Anime Arabe non si ferma qui, vuole lasciare che siano i protagonisti della storia a raccontarla e a raccontarsi come Omar Robert Hamilton che, servendosi del suo romanzo, è riuscito a descrivere alcuni momenti della rivoluzione egiziana non con gli occhi dei governi, ma attraverso le esperienze vissute dai giovani sulla loro stessa pelle.
A seguire, altre testimoni ospiti di questo Salone 2018 saranno Samar Yazbek, coraggiosa attivista siriana, che parlerà della situazione in Siria vista con gli occhi di intellettuale rivoluzionaria in esilio, presentando una contronarrazione rispetto alla visione egemonica; e due curatrici d’arte di fama internazionale: la palestinese Reem Fadda e l’israeliana Galit Eilat che converseranno nel corso delle giornate di sabato e domenica con Paola Caridi sugli eventi del 1948 .
Proprio il 1948 rappresenta, infatti, una data storica seppur molto contestata, nella memoria collettiva del popolo israeliano e palestinese. Se per i primi, infatti, rappresenta l’anno di nascita dello stato di Israele, per i palestinesi coincide con l’anno della nakba, la catastrofe dovuta alla perdita delle loro terre.
Le differenti interpretazioni di questa data sono solo una parte dei temi di discussione che vogliono essere affrontati nel corso di questa edizione incentrata proprio sulle divisioni in termine di narrazioni e di memoria, che si concluderá con la lettura di Gramsci nel mondo arabo, analsi di come gli intellettuali arabi abbiano assorbito ed interpretato la rivoluzione gramsciana nella loro continua lotta contro l’affermazione di una Storia scritta secondo la logica del potere egemonico.
Ines Ammirati, Andrea Righi
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