Si dice che la prima volta non si scorda mai. Vero, però la seconda è molto più rilassante e ci si diverte alla grande. Così è stato per il nuovo incontro con i ragazzi del liceo Galileo Ferraris di Torino. Questa volta presentavo il mio romanzo “Le Sorelle Soffici”. Una lunga esperienza mi ha insegnato che parlare di un libro per più di tre quarti d’ora genera sbadigli e collassi nervosi tra gli uditori per cui, d’accordo con la professoressa Barbara Garofani, abbiamo deciso di dedicare la maggior parte dei miei interventi alle tecniche di scrittura, utilizzando i testi adottati come spunto per realizzare un mini corso di scrittura creativa. Ho cercato di passare sottobanco ai ragazzi alcuni trucchi del mestiere che, alla fine dei nostri incontri, potessero utilizzare per i loro scritti come una sorta di cassetta degli attrezzi. Durante la lezione su “Ubik” avevamo affrontato temi più generali, come la spinta interiore alla scrittura e soprattutto alla lettura. Infatti, moltissimi leggono ma pochi si chiedono perché.
E’ stato interessante capire cosa portava gli studenti alla scelta di un libro o al suo abbandono dopo poche righe. In questa lezione abbiamo potuto sviscerare più da vicino i meccanismi della scrittura e della composizione di un testo. Potendo parlare del mio romanzo, è stato semplice spiegare come nasce una pagina, come prende vita un personaggio e come si sviluppa una storia. I ragazzi hanno anche accettato di provare a comporre dei brevi racconti che commenteremo e correggeremo la prossima volta.
E’ rimasta ancora in alto mare invece la scelta del romanzo conclusivo, quello che la classe dovrà proporre e leggere per il nostro ultimo incontro. A testimonianza della faida intestina che si sta sviluppando tra loro, il libro che sembra avere più possibilità di farcela è “Fight Club”. Credo però che ci saranno sviluppi imprevisti. Sono molto curioso.
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