La Redazione ringrazia Pierpaolo Vettori per il racconto della sua esperienza di adozione al Liceo Galileo Galilei di Alessandria e Fabio Ferrero, il regista del video di adotta uno scrittore, per le bellissime foto. La parola a chi la sa usare ora, i nostri scrittori. In questo secondo articolo, trovate il seguito

In un tempo remoto, quello che gli studiosi situano tra la scoperta delle isole Cook e la voga del velocipede, ho frequentato il liceo scientifico. Non mi è rimasto molto. Ricordo che ascoltavamo gli Smiths, sudavamo sul latino di Catullo e cercavamo di risolvere equazioni.

Io, più che altro, ascoltavo gli Smiths.

Tornare adesso a scaldare il banco giusto, quello che ti mette al riparo dalle interrogazioni a sorpresa, cioè dietro la cattedra della 4a E del Galileo Galilei di Alessandria, è stato come sgranocchiare la mia personale madeleine.

Devo dire che gli edifici scolastici non sono cambiati molto in questi ultimi vent’anni. In particolare, mi chiedo come mai ci si ostini a tinteggiare le pareti di marroncini intestinali e verdi acidi che richiamano alla mente tutta l’allegria delle periferie di Cracovia durante gli anni bui dello stalinismo.

Meno male che ci sono le persone.

Il mio ringraziamento più sentito va alla professoressa Paola Giordano, che mi ha guidato con dolcezza e disponibilità attraverso i meandri del liceo come il più esperto degli sherpa, evitandomi di incappare in quello che è da sempre il mio numero teatrale preferito: la figuraccia.

Quando infine mi ha portato nell’aula e presentato agli studenti sapevo che, grazie a lei, il più era fatto.
Nel nostro primo incontro, abbiamo parlato di come la letteratura possa intrecciarsi alla carne e alle viscere della vita, aiutandoci a dialogare con i nostri fantasmi e a convivere con essi. In quello successivo, anche sulla base delle loro prove, ho cercato di focalizzare l’attenzione sulla “cassetta degli attrezzi” che uno scrittore deve sempre avere a portata di mano per poter fermare sulla carta quell’impalpabile suggestione che aspira a diventare un romanzo.
I ragazzi hanno ascoltato le mie lezioni sulla scrittura con un’attenzione degna di miglior causa. Hanno trattenuto lo sbadiglio mentre mi addentravo nel dettaglio tecnico e si sono dimostrati entusiasti quando ho proposto loro di cimentarsi con un racconto.

Ho dato loro una semplice traccia, proponendogli di ampliarla sino a farla diventare una storia. Mi aspettavo al massimo un compitino stiracchiato, realizzato giusto per compiacermi, invece hanno dimostrato talento e sensibilità. I loro lavori, anche quelli più ingenui e meno riusciti, hanno una freschezza e una sincerità che lascia stupefatti.

Non paghi, hanno richiesto di effettuare una nuova prova e alcuni di loro mi hanno proposto di poter correggere e migliorare i racconti con uno scambio di mail tra un incontro e l’altro, in modo da poter affinare la loro tecnica.

Insomma, è stata un’esperienza straordinaria che spero di ripetere al più presto.

Forse non c’è vita su Marte, ma di sicuro ce n’è tanta nelle scuole italiane.

 

Pierpaolo Vettori