Paul Ginsborg (storico e professore universitario) e Sergio Labate (filosofo teoretico e professore universitario), a partire da un affresco di Veronese, ci spiegano il contenuto del libro frutto della loro collaborazione: Passioni e Politica.
Attraverso l’affresco, intitolato Passione e Virtù, i due autori vogliono mostrare la concezione attuale delle passioni in relazione alla politica. Veronese rappresenta la Passione come una donna che viene sottomessa dalla personificazione maschile della Virtù.
La nostra concezione di realismo politico coincide con l’idea della necessità di governare le passioni secondo razionalità, in quanto esse rappresentano una minaccia e un ostacolo per il pensiero razionale. In realtà la politica si avvale continuamente delle passioni per creare consenso e condizionare gli avversari. L’ideale di un Alto Governo, inteso come consapevolezza nel comportamento, capacità di ascoltarsi e astenersi dalla competizione, è raggiungibile se si combatte il narcisismo e si creano combinazioni di passioni.
Le passioni vanno quindi introdotte in politica in modo pensato, dal momento che sono mutevoli e ambivalenti prese singolarmente, ma attraverso le combinazioni – mitezza e franchezza o ambizione e temperanza – si ottengono i risultati migliori, perché oltre l’apparente contraddizione si rinforzano l’un l’altra.
Per questo scopo è necessario creare un’“Alfabeto delle Virtù”, in modo da conoscerle, catalogarle, saperle combinare nel modo più conveniente e creare una Virtù Comune.
Per far entrare questa concezione nella politica attuale è necessario saper dosare con la razionalità le passioni e in questo modo creare una politica di ascolto comune.
Per noi giovani è importante rivalutare la politica e la democrazia, in modo da non temerne più le bassezze, ma apprezzarne le Virtù.
Cecilia Ducco e Gabriele Druetta (Liceo Alfieri – Torino)
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