Intervistando Marina Astrologo, una delle migliori traduttrici italiane, il giorno seguente la fine del Festival di Internazionale, siamo rimaste colpite dalla sua grande semplicità e capacità di comunicarci l’amore per il suo lavoro.
Marina, vive il suo mestiere con la grande passione di chi ama la comunicazione come strumento per abbattere barriere tra gli individui. La voglia di creare ponti tra le persone non è solo un aspetto legato al suo lavoro, ma è parte del suo carattere e si manifesta anche nel grande impegno politico con i Girotondini, volto a difendere i principi di democrazia e legalità.
La passione per le lingue e la comunicazione non è l’unico dei fondamentali requisiti necessari al lavoro di traduttore: quest’ultimo necessita anche di una grande capacità di logica, intuito, autocontrollo che permettano di non perdere la concentrazione ma nemmeno il senso generale del discorso che si sta traducendo.
Quello della traduzione simultanea è un momento di forte pressione: la paura di non sentire, di non capire o di “perdersi” è grande, ed aumenta se si è estranei all’ argomento discusso. Per tale motivo Marina ci confessa di non accettare tutti gli incarichi, ma di prediligere l’ambito letterario, essendo un’avida lettrice.
Ha lavorato sia al Festival di Internazionale, come capo équipe, sia al Festivaletteratura di Mantova, ma afferma di sentirsi più affine a quest’ultimo poiché la gamma di argomenti è più attinente ai suoi interessi.
Una domanda che ci è sorta spontanea è se il lavoro di traduttore sia un mestiere che, a causa del processo di globalizzazione, sia destinato ad avere un ruolo sempre più marginale. Marina ci ha risposto che: “probabilmente questa è la linea di tendenza, ma si tratta di un futuro lontano che probabilmente non vedrò mai. L’inglese sta diventando sempre più la “lingua franca”, ma esistono troppe lingue perché il mestiere di traduttore sparisca completamente.”
Ci auguriamo che la globalizzazione non estingua il fascino delle quasi 7000 lingue parlate ad oggi nel mondo, e che il traduttore di lingue possa continuare a fare da ponte tra culture anche molto diverse tra loro, ma che vogliano comunque comunicare.Intervistando Marina Astrologo, riconosciuta come una delle migliori traduttrici sul territorio nazionale, il giorno seguente la fine del Festival di Internazionale, siamo rimaste colpite dalla sua grande semplicità e capacità di comunicarci l’amore per il suo lavoro.
Marina, vive il suo mestiere con la grande passione di chi ama la comunicazione come strumento per abbattere barriere tra gli individui. La voglia di creare ponti tra le persone non è solo un aspetto legato al suo lavoro, ma è parte del suo carattere e si manifesta anche nel grande impegno politico con i Girotondini, volto a difendere i principi di democrazia e legalità.
La passione per le lingue e la comunicazione non è l’unico dei fondamentali requisiti necessari al lavoro di traduttore: quest’ultimo necessita anche di una grande capacità di logica, intuito, autocontrollo che permettano di non perdere la concentrazione ma nemmeno il senso generale del discorso che si sta traducendo.
Quello della traduzione simultanea è un momento di forte pressione: la paura di non sentire, di non capire o di “perdersi” è grande, ed aumenta se si è estranei all’argomento discusso. Per tale motivo Marina ci confessa di non accettare sempre tutti gli incarichi, ma di prediligere l’ambito letterario, essendo un’avida lettrice.
Ha lavorato sia al Festival di Internazionale, come capo équipe, sia al Festivaletteratura di Mantova, ma afferma di sentirsi più affine a quest’ultimo poiché la gamma di argomenti è più attinente ai suoi interessi.
Una domanda che ci è sorta spontanea è se il lavoro di traduttore sia un mestiere che, a causa del processo di globalizzazione, sia destinato ad avere un ruolo sempre più marginale. Marina ci ha risposto che: “probabilmente questa è la linea di tendenza, ma si tratta di un futuro lontano che probabilmente non vedrò mai. L’inglese sta diventando sempre più la “lingua franca”, ma esistono troppe lingue perché il mestiere di traduttore sparisca completamente.”
Ci auguriamo che la globalizzazione non estingua il fascino delle quasi 7000 lingue parlate ad oggi nel mondo, e che il traduttore di lingue possa continuare a fare da ponte tra culture anche molto diverse tra loro, ma che vogliano comunque comunicare.
Mélodie Fornasier e Anna Cavuoto, Liceo Ariosto
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