Come ogni anno il Premio Calvino presenta i suoi finalisti che, attraverso case editrici differenti, hanno pubblicato il loro libro esordio.

Quest’anno a condurre l’iniziativa é Benedetta Centovalli, la quale introduce gli autori emergenti leggendo gli incipit dei loro lavori per poi lasciar spazio ad un dialogo tra autore ed editore riguardo la loro modalitá di lavoro, la motivazione che li ha spinti a pubblicare proprio i loro libri e il perché del titolo con cui esso si presenta. Le opere di cui si parla sono rispettivamente: Voragine di Andrea Esposito, Il perturbante di Giuseppe Imbrogno, Luce in una notte romana di Alessandro Pierozzi, La splendente di Cesare Sinatti, Jimmy l’Americano di Roberto Todisco ed infine L’animale femmina della vincitrice Emanuela Canepa.

Dopo la lettura introduttiva della mediatrice, la Canepa spiega come il libro non sia altro che l’intreccio delle vite dei due protagonisti: un anziano avvocato divorzista con la brutta abitudine di catalogare le donne come “tutte uguali” e Rosita, la quale riesce a compiere una metamorfosi positiva nonostante la manipolazione esercitata dal “misantropo e misogeno” avvocato. Nel rispondere alle domande poste dalla Centovalli, l’autrice emergente chiarisce la scelta del titolo che rispecchia perfettamente il modo di vedere il genere femminile del protagonista maschile. Come ”Animale femmina”. Espressione che ha colpito l’editor Rosella Postorino, casa editrice Einaudi Stile Libero, tanto da decidere di pubblicarlo e di non modificare l’originale.

É un libro perfetto per sottolineare come ”la forza carsica femminile si contrapponga all’imponente visuale maschile”.

Andrea Righi