Cisterna d’Asti: il nome è evocativo, il borgo molto affascinante. Sorge intorno a un castello medievale che custodisce un’antica cisterna, tra Monferrato e Roero. Ci tornerò la prossima settimana per la seconda volta. Arriverò un po’ prima e mi dedicherò all’esplorazione delle piazzette, dei vicoli e degli scorci sulle vigne e i boschi dei dintorni.
I bambini della scuola primaria di Cisterna li ho conosciuti martedì scorso: ventisette in tutto, tra terza, quarta e quinta. Mi hanno “adottato” dopo aver ricevuto e decifrato una lettera in codice preparata dalla loro insegnante, per ricamare un po’ di avventura e di mistero intorno all’incontro con me, la scrittrice venuta da Torino. In realtà, io sono un’ex bambina che proviene da una realtà molto simile alla loro, un paesino isolato di poco più di mille abitanti, e quindi mi riconosco facilmente nella loro curiosità per ciò che arriva da fuori. Questa volta, però, io stavo dall’altra parte. Ho attraversato un bel po’ di paesi e paesini, ho svoltato in una strada stretta e lunga, molto stretta e molto lunga, e infine, dopo qualche chilometro, mi sono inerpicata lungo le ripide vie di Cisterna.
Le tre classi erano tornate da poco dalla mensa e mi hanno accolto in un’aula allegra e colorata, coi banchi allineati lungo le pareti per fare spazio e stare seduti a terra tutti insieme.
A partire dal tema del Salone di quest’anno, abbiamo parlato dei confini e del loro superamento. Un tema che per bambini di questa età può apparire astratto, ma che abbiamo cercato di rendere il più reale e concreto possibile leggendo pagine da vari libri. Mi sono perfino improvvisata Gipi, tentando maldestramente di riprodurre alla lavagna il bellissimo manifesto di questa edizione del Salone. Come ci suggeriva quell’illustrazione, anche noi, attraverso i libri, abbiamo provato a guardare oltre il confine. Abbiamo tracciato linee di confine immaginarie all’interno di una stanza, come i fratellini dell’Inventore di sogni di McEwan. Abbiamo seguito Alya e la sua micina mentre scappano oltre la frontiera drammaticamente reale della Siria (Una gatta in fuga di Vanna Cercenà). Con Mario Rigoni Stern e Gianni Rodari ci siamo interrogati sul senso di certe divisioni tra i territori, quando il cielo sopra le nostre teste è libero e di tutti.
Abbiamo parlato dei confini tra noi e gli altri, li abbiamo superati con Piccolo giallo e piccolo blu di Leo Lionni, trasformandoci in tanti piccoli verdi. Poi, leggendo due o tre pagine di Piccolo paese di Gaël Faye, li abbiamo superati di nuovo vivendo un pomeriggio di sole e pioggia a Bujumbura, in Burundi, dove condividere qualche ora di gioco e di avventura, e affrontare una prova di coraggio, lega di amicizia anche chi sembra nemico.
Abbiamo varcato soglie tra il reale e il fantastico con Alice all’inseguimento del coniglio bianco, e con la piccola Lucy che, dietro file di pellicce e cappotti, in fondo all’armadio, trova il regno di Narnia.
Abbiamo parlato poi dei confini rappresentati dalle differenze linguistiche, di come la traduzione sia un modo per superarli, e del valore di certe parole che restano non traducibili (e questo ci racconta molto del popolo cui quelle parole appartengono).
Alla fine del nostro tempo insieme, ho salutato i bambini di Cisterna lasciando loro tre piccole importanti missioni, che si sono divisi tra le classi tirando a sorte un bigliettino: i bambini di terza, facendosi aiutare da genitori e nonni – la maggior parte piemontesi, alcuni stranieri – dovranno trovare una parola o un’espressione così speciale che non è traducibile in italiano; la classe quarta dovrà scrivere un breve raccontino che parli di confini, frontiere, muri o porte in una delle mille sfumature possibili; la quinta dovrà ideare e illustrare un nuovo manifesto del Salone. Riusciranno a essere più bravi di Gipi?
Mara Dompè
Leggi anche l’articolo che racconta la sorpresa architettata dall’insegnante Giovanna Cravanzola della Scuola elementare statale di Cisterna D’Asti per preparare i piccolini all’arrivo della scrittrice Mara Dompè che la scuola ha adottato. Grazie a Marà Dompè anche per le foto!
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