“ADOTTA UNO SCRITTORE” . TRE INCONTRI CON LA SCRITTRICE MICHELA MURGIA E LA CLASSE IV A DELL’ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE “NICOLA PELLATI” DI NIZZA MONFERRATO. Dopo il report della Professoressa Roberto, vi invitiamo alla lettura del report della Professoressa Emilia Aceto, coinvolta nell’adozione. Grazie anche per le foto da noi della Redazione!
REPORT PRIMO INCONTRO (22/03/2016)
Primo incontro della classe IV a dell’Istituto Tecnico Commerciale N. Pellati con Michela Murgia: la conoscenza dal “vivo” con una scrittrice. Il punto di partenza è stato il suo presentarsi ai ragazzi nel tracciato delle sue esperienze personali e lavorative. Figlia di genitori comunisti per tradizione, sceglie di studiare teologia (si laurea in esegesi delle Sacre scritture). Per un certo periodo insegna con entusiasmo religione. Uno spiacevole episodio ( le critiche di un genitore riguardo ai contenuti proposti come oggetto di confronto e discussione di una unità didattica) vorrebbe indurla ad adeguarsi a stupidi stereotipi culturali, limitando in parte la sua libertà di insegnamento: lei non cede al compromesso ed abbandona ciò che avrebbe fatto con passione.
Non senza fatica viene assunta in un’azienda. Presto si rende conto che questa scarica illegalmente rifiuti (tossici?) in mare e denuncia il fatto alle autorità competenti, rinunciando all’impiego in una terra in cui trovare un’occupazione è impresa ardua. Questa volta è davvero difficile reinventarsi. L’occasione si fa attendere, poi arriva: strana e strampalata, ma non c’è alternativa: la scrittrice viene assunta per fissare telefonicamente appuntamenti a potenziali acquirenti di aspirapolvere in modalità strampalatamente maniacali. Ogni lunedì si ritrova insieme a tutti gli altri colleghi, ad essere spronata, con tanto di sottofondo musicale, gestualità esagitate, parole che suonano vuotamente enfatiche, a procurarsi un numero spropositato di appuntamenti. La filosofia è quella spicciola del “credere in se stessi”. Chi non riesce nell’impresa è messo in crisi dall’azienda che distrugge l’autostima dei lavoratori. Il clima si fa ogni giorno più surreale: le cose che accadono lì dentro sono tanto insopportabili che la Murgia inizia a postare in rete quelle stranezze e i loro catastrofici effetti collaterali. In breve scopre di essere letta da un numero spropositato di persone che stanno vivendo esperienze ed emozioni simili ed interagiscono con lei. E’ da questo momento che scopre di saper fare ciò che neppure Lei sapeva: la scrittrice.
Una vita, quindi, piena di ostacoli, scelte difficili, che richiedono coraggio e intelligenza. E’ forse per questo che un primo obiettivo è subito stato raggiunto: i ragazzi hanno dato credibilità e fiducia ad una persona che hanno percepito come determinata, aperta alle esperienze, “ che sa”, che è capace di scherzare e di raccontare cose serie con la leggerezza dell’ilarità. L’hanno ascoltata con interesse e non perché “dovevano”, come spesso accade a scuola. Forse perché hanno percepito il racconto della sua vita con ammmirazione, come una vera e propria “narrazione” in cui emerge chiaramente che la nostra vita è l’opera d’arte che sappiamo costruire, che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo, come ogni artista, quale che sia la sua arte, porci, nei limiti delle nostre possibilità e delle nostre oppurtnità, sfide difficili, da contrastare a distanza ravvicinata. Dobbiamo scegliere obiettivi che sono, a volte, al di là della nostra portata, al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare, senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe ma solo sui nostri studi, sulle nostre capacità e sulla nostra intelligenza. I ragazzi, attraverso le parole della Murgia hanno imparato una lezione importante: l’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Lo hanno capito o, almeno, intuito. Ed il loro “sì” a questa esperienza è stato reale.
Emilia Aceto, docente della classe che ha adottato Murgia
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