Non è sicuramente il sogno di ogni ragazzo quello di partecipare alla presentazione di un libro che tratta principalmente di filosofia, eppure oggi, giovedì 18 settembre, al Palaprovincia di Pordenone si è compiuto un piccolo miracolo: tutti i ragazzi in sala hanno seguito la presentazione di Abyss, nuovo romanzo di Simone Regazzoni appartenente al genere sopracitato, con un interesse sicuramente fuori dal comune. Questo ottimo e sorprendente risultato è stato raggiunto senza dubbio grazie al calamitante carisma del dialogo fra l’autore, Regazzoni, e il suo brillante interlocutore Giulio Giorello. Il libro spazia, esordisce spiegando Giorello, tra diversi generi letterari, dalla fantascienza alla fantapolitica, dall’avventura all’amore e persino all’horror. Il tratto distintivo, il motivo per cui il romanzo spicca in mezzo allo statico panorama dei generi letterari, è però la “fantafilosofia”, ovvero uno speciale connubio nel quale filosofia e narrativa si intrecciano e arrivano, talvolta, addirittura a confondersi. D’altra parte non è una nuova iniziativa, ma anzi un’abitudine antichissima semplicemente rivisitata: il grande Platone, non a caso protagonista ideologico della storia, è ricordato anche per i suoi celeberrimi racconti mitologici e per come si servì del mito per spiegare la filosofia. L’obiettivo dell’autore, spiega lui stesso, era proprio quello di raccontare la filosofia in modo profondo ma leggero, per renderla così accessibile ad un pubblico formato non solo dagli specialisti. Sottolineando particolarmente questo aspetto, Regazzoni usa l’espressione “Pop filosofia” per descrivere il suo lavoro, raccontando di aver pensato prima di tutto a far divertire il lettore, tenendolo incollato al libro dalla prima all’ultima pagina, proprio come un giallo. Si dice contrario alla svalutazione dei romanzi di genere, da molti intellettuali considerati di “bassa” categoria, sostenendo in questo l’esempio di un altro indiscusso grande filosofo come Aristotele. Protagoniste della riflessione filosofica del libro sono le dottrine segrete di Platone, i suoi famosi insegnamenti non scritti e di presunta origine egizia. Ha suscitato inoltre l’interesse del pubblico la presenza di un collegamento tra le dottrine orali e la creazione di un ipotetico quarto Reich, che intenderebbe basarsi sull’idea di totalitarismo governativo attribuita a Platone. L’incalzante partecipazione dell’uditorio ha reso evidente l’universalità comunicativa della discussione, ricca di colti riferimenti e momenti di ilarità condivisa.
Giovanna Buzzo del liceo Grigoletti di Pordenone e Alessandra Sacchi del liceo Alfieri di Torino
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