E se il Regno Unito avesse bisogno dell’Europa? E se fosse l’Europa ad aver bisogno del Regno Unito? E se nessuno di noi avesse più bisogno dell’Europa? Queste sono le domande a cui si propone di rispondere la conferenza titolata Senza slancio, lasciandoci comunque alla fine abbastanza delusi. Gli esperti invitati a discutere, piuttosto che creare un dibattito effettivo si sono più che altro limitati a una sorta di autoreferenziale condivisione delle medesime opinioni tutte fortemente e ciecamente a sostegno dell’Unione. Si criticano e attaccano con violenza tutti i vari movimenti di ispirazione popolare ed euroscettica in crescita negli ultimi anni di dura crisi economico-finanziaria, senza eccezioni né pietà, non solo per quelli di ispirazione xenofoba ma anche verso quelli che combattono per un continente più solidale e sociale (quali Podemos in Spagna). Difatti gli ospiti si rivelano tutti quanti pronti a fare barriera in difesa della Comunità, senza però avere reali soluzioni alle crisi che la stessa ha creato ed, ironicamente, mettendosi da sola a dura prova. Durante la discussione sul fenomeno Brexit è venuta malamente a mancare un’analisi effettiva dei perchè di coloro che erano per il leave. Ma allora come possono un membro della Commissione Europea (Beatrice Covassi) e vari giornalisti da tutta Europa (Will Hutton, Natalie Nougayréde Daniel Smilov) credere di dare un panorama completo sulla crisi dell’Ue? Come queste forme di elités possono avere il coraggio di dare giudizi così forti senza considerare minimamente le parti a loro opposte? A questa domanda nessuno ci ha risposto. Il triste spettacolo di denigrazione del movimento anti-UE andato in scena al Teatro Nuovo non da in vero nessun tipo di risposta, ma solo una becera forma di propaganda. Nessuno vuole giustificare con queste parole l’autoritarismo di personaggi come Orban o il razzismo delle varie Lega Nord e Ukip, ma vogliamo urlare la necessità di un dibattito. Oggi quella che noi giovani, a cui viene detto che dobbiamo essere cittadini europei, viene presentata è un’Unione corrotta, sporca, chiusa, elitaria, finanziaria e assolutamente non collaborativa. Noi oggi vediamo solo la guerra in Ucraina, il disastro della Grecia, i migranti abbandonati a sé stessi, l’abbandono, le privatizzazioni dei servizi che devono essere garantiti, gli screzi su scaramucce tra i vari membri, un drastico aumento della povertà, le crisi ambientali, la morte del nostro futuro. Abbassare il dibattito sui populismi ad un “questi partiti fanno la voce grossa perché non hanno soluzioni” non porta a soluzioni. Rifiutare di capire che i poveri, le vittime della globalizzazione e del neoliberismo, si stanno radicalizzando per disperazione non aiuterà nessuno, creerà solamente un’autodistruttiva guerra tra poveri. Criticare euroscetticismo e razzismo è giusto, ma è necessario atteggiarsi acciocché essi possano scomparire. L’accoglienza cieca senza lavoro sull’integrazione porterà solo a nuove Alba Dorata e nuovi Jobbik in ogni nostro Paese, come l’accettare ogni imposizione della Commissione senza combattere in modo tale che non porti solo ad arricchire gli oligarchi che ci governano (vedasi le svendite di patrimonio pubblico in Grecia l’anno scorso) ma che abbia come unico risultato la creazione di un continente realmente unito e aperto, agli Europei come ai migranti. Non possiamo più accettare i tradimenti dei referendum, le riforme che nessuno vuole (né necessita) e il razzismo delle nostre istituzioni. Più che senza slancio, siamo senza alcun futuro e senza soluzioni, in mano a burocrati incapaci di vedere in basso o a fascismi in crescita.

 

Lorenzo Mollo, Liceo Classico Vittorio Alfieri, Torino

Piervittorio Milizia, Liceo Classico Ludovico Ariosto, Ferrara