“Lettera ad una professoressa” di Don Milani compie 50 anni: anni di riforme e cambiamenti, nonostante i quali il libro continua ad essere più che mai attuale. I problemi sono infatti ancora gli stessi per i cosiddetti “allievi con gravi difficoltà”. È a loro che prestano la voce Gaia Guasti e Andrea Schiavon nei loro libri, “Lettere di un cattivo studente“ (Camelozampa) e “Don Milani. Parole per timidi e disobbedienti.” (ADD editore), presentati nel giorno di chiusura del Salone del Libro. Il filo rosso che li unisce è la sofferenza, senza limiti di età, di quegli allievi che non riescono a trovare le parole e sono timidi di fronte ad esse, così da non riuscire a chiedere aiuto. Come M, il “cattivo studente” che nelle sue lettere scrive “Passo il tempo a immaginare le lettere che sono incapace di scrivere. Mi piacerebbe farlo davvero, ma mi mancano le parole. Cosa succederà se per tutta la vita non riuscissi trovarle?”
La protagonista dell’incontro, introdotto da Fabio Geda, è stata quindi la scuola. La stessa protagonista delle recenti e controverse riforme. Quella scuola così difficile da cambiare. Stiamo tra i banchi più di 13 anni: la scuola deve farci crescere, altrimenti stiamo “bestemmiando il nostro tempo” – per dirla alla Don Milani. La scuola deve dare opportunità, non voti, deve dare lezioni di passione, non solo lezioni di matematica. Trasformiamola quindi in una scuola di vita, partendo -o meglio ripartendo- da Don Milani.
Gaia Olocco
Tutor Fuorilegge, Liceo Alfieri
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