Com’è il panorama giornalistico indipendente oggi? Al Salone Internazionale del Libro di Torino si è svolto un interessante incontro su tre – più o meno – neonate riviste: Inutile, The Catcher e Grafias. Tre nomi e tre progetti, ognuno con la propria cifra stilistica e il proprio marchio distintivo.

Inutile, fondata nel 2005 e in attività dal 2007, “non ha alcun intento moralizzatore, ma vuole offrire uno svago ai lettori”, affermano i redattori presenti all’incontro. Ogni settimana viene pubblicato un racconto di narrativa internazionale, con l’intento di fare cultura in maniera semplice. Ma la comunicazione di Inutile non si ferma alla parola scritta: da qualche mese infatti il podcast Racconti, che offre i racconti pubblicati nella settimana letti dalla redazione, ha acquistato il suo posto su Inutile.

The Catcher, nata un anno fa, è il magazine della scuola Holden e la sua headline è “la cultura è una palla”. È infatti il suo tono scanzonato a conferirle l’identità precisa che, insieme alla larga parte di sperimentazione, è strumento di formazione degli studenti della Scuola e motivo di vanto per chi firma gli articoli su The Catcher con il proprio nome.

Grafias, infine, si occupa di traduzioni delle grandi testate giornalistiche internazionali e lavora come una piccola casa editrice: a partire da un reparto scouting che si occupa di selezionare gli articoli fino alla traduzione e alla revisione. La parola chiave del team di Grafias è inclusività: il coinvolgimento dei traduttori, che in casa editrice spesso sono isolati e hanno limitate possibilità di confronto, è il loro tratto distintivo e il loro punto di forza.

Filippo Moratelli e Aminata Sow