Il 20 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino si è tenuto un vivo e interessante dibattito sulla letteratura americana contemporanea. Antonio Troiano, giornalista de “Il Corriere della Sera”, Francesco Piccolo, scrittore e sceneggiatore italiano, e Sandro Veronesi, famoso scrittore, hanno discusso riguardo a due celebri autori americani che hanno dominato gli anni ’90 e 2000: Philip Roth e David Foster Wallace. La discussione è stata condotta con domande a Piccolo e Veronesi da Antonio Troiano.
Il primo quesito riguardava l’approccio che essi hanno avuto con la letteratura americana. Sandro Veronesi ha cominciato raccontando la sua esperienza in questo campo, esperienza è iniziata leggendo soprattutto classici e romanzi sudamericani. Francesco Piccolo, invece, ha scoperto la letteratura americana attraverso il romanzo “Di qua dal paradiso” di Francis Scott Fitzgerald.
La seconda domanda era riferita all’avvicinamento a David Foster Wallas. Veronesi ha raccontato di aver voluto approfondire Wallas traducendo il suo romanzo “Infinite Jest”, di cui era venuto a conoscenza in seguito a una serie di interviste. Invece Francesco ha raccontato di esser rimasto impressionato dalla spudoratezza dello scrittore, che ha fatto di qualsiasi elemento un oggetto per fare narrazione.
La discussione a questo punto si è spostata su Philip Roth. Piccolo, come già anticipato, lo ha ritenuto “fondatore della spudoratezza”, sottolineando l’autodenigrazione e l’autodistruzione presente nei suoi romanzi. Veronesi, invece, ha affermato esplicitamente di aver sempre stimato lo scrittore ma di non essersi mai sentito chiamato a dare un contributo su di lui.
Nella fase conclusiva della conferenza, il giornalista ha chiesto di analizzare la figura della donna nei due autori. Entrambi hanno sostenuto che nei loro romanzi non è mai presente la figura della donna come “genere più complicato dell’uomo” e che anche nei rapporti con l’altro sesso è presente quel senso di spudoratezza che si trova negli altri ambiti.
Beatrice Diana
Liceo Classico Vittorio Alfieri
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