Ragazze e ragazzi che forse leggerete questo articolo. Chi scrive è ormai fuori dalla scena della scuola dell’obbligo da ben 7 anni e nonostante un mondo ci separi, (a quei tempi la conquista più avveniristica erano le mail di classe, quella più azzardata un gruppo Facebook, per dire), nonostante la triste presa di coscienza che se qualcuno di voi mi incontrasse per strada mi chiamerebbe ‘signora’, sento di poter avere ancora qualche buon consiglio da darvi. In particolare riprendo le mie vesti di galeotta e bookblogger, per illuminare chi tra di voi non ha mai o non ha ancora preso in considerazione l’opportunità che essere parte del progetto Galeotto fu il libro, del Liceo Ariosto di Ferrara, offre: partecipare al Salone del Libro di Torino ed essere così membri del mitico BookBlog in veste di giornalisti e redattori. Fidatevi di me. Non ho intenzione di prospettarvi le ragioni educative, pedagogiche ed altisonanti che il partecipare ad un’esperienza del genere regala. Questo compito lo lascio alle professoresse di Galeotto. Il mio intento è offrirvi la mia versione, non censurata, di quanti vantaggi vi riserva essere bookblogger. Vantaggi che sarà difficile dimenticare una volta tornati in classe. Aldilà degli incontri e degli articoli, essere una redattrice o redattore del BookBlog è una figata pazzesca e va fatto almeno una volta nella vita. Ecco buone 5 ragioni per farlo:
- SALTARE QUALSIASI TIPO DI FILA
In giorni come questi, in cui perfino per far la spesa rischi di incappare in code interminabili, non è da sottovalutare il vantaggio che deriva dall’essere in possesso di un fantastico pass stampa nel labirintico Lingotto di Torino, sede storica del Salone. Ora, non so se abbiate mai messo per sbaglio un piede al Lingotto; nel caso, vi informo che essendo stato (a suo tempo) uno dei principali stabilimenti di produzione della Fiat è, come dire, un tantinello grande. Tralasciando, per un attimo, gli inaspettati benefici che possono nascere dal destreggiarsi in un luogo così caotico ed enorme, mi voglio concentrare su quel magnifico oggetto che viene consegnato il primo giorno in redazione: il pass. Il pass diventerà il vostro migliore amico e bisogna che vi illumini sin da ora sulle sue infinite potenzialità. Io le capii presto sul campo. All’inizio si è un po’ timidi, è tutto così grande, veloce, immediato che quasi non ci si accorge di quanto sia prezioso ciò che avete al collo. Ho detto quasi. Sì perché non appena arriverete ad uno qualsiasi dei padiglioni e vi renderete conto del kilometro e mezzo di coda per entrare; non appena guarderete l’orologio che segna -5 minuti all’inizio; non appena penserete all’articolo che dovete scrivere per il blog o peggio all’intervista che vi è stata assegnata a fine incontro o, peggio del peggio del peggio, al fatto che l’articolo sull’evento è stato scelto per uscire su La Stampa del giorno dopo, un piccolo senso di panico vi assalirà. In quegli istanti, maledirvi per aver preferito un incontro con nomi di spicco ad uno di nicchia semi deserto, servirà a poco. Ed è proprio in quel momento, quando vi starete guardando attorno per scegliere la via di fuga migliore, che l’occhio ricadrà sul vostro pass. La soluzione a tutti i vostri problemi. In un battibaleno, lo spirito di sopravvivenza spazzerà via qualsiasi residuo di timidezza e pazienza se gli sguardi inferociti della folla ancora in fila si riverseranno su di voi. Nessuno potrà dirvi nulla. Voi avete il pass. Siete la stampa. Trovo che questo sia uno dei più grandi vantaggi che il Salone regala: fa sentire unici perché permette di potersi intrufolare e di scorrazzare liberamente in ogni incontro, di avvicinare o intervistare su due piedi personaggi che magari non troverebbero il tempo o direbbero no, grazie. Tornare alla realtà e rendersi conto che in fila ci dovete rimanere per forza sarà difficile. Ed è per questo che non butterete mai via il vostro pass. Vi ricorderà quei momenti speciali ed ogni volta che vi capiterà sott’occhio lo guarderete sempre con nostalgia. Io li conservo ancora tutti.
- POPI
Popi è decisamente di per sé una buona ragione per far parte del BookBlog. Dopo un comprensibile, iniziale smarrimento in cui cercherete di capire cosa, chi, che significhi Popi, capirete che lei è l’anima del Blog. Ma che dico, è il blog. La prima volta che sentirete qualcuno chiamarla per nome e cognome vi domanderete da dove è saltato fuori quello che, a tutti gli effetti, è un nome d’arte. Sì, perché Popi è una rockstar, con i suoi chiodi di pelle, il suo caschetto nero e i suoi mille telefoni che squillano. Popi è il personaggio dei film che ha sempre la battuta giusta al momento giusto, che ti risolleva il morale, ti strappa una risata e che, per nessuna ragione al mondo, vuoi far arrabbiare. Lei è il punto di riferimento per tutti noi bookbloggers, passati, presenti e futuri. È il punto fermo nel caos. Ogni volta che hai bisogno di un consiglio, di un aiuto, di una spiegazione, lei c’è. Popi è Popi ed è un’ottima ragione per partecipare al Blog.
- AFFINARE L’ORIENTAMENTO
Come vi preannunciavo, il Salone del Libro mette a dura prova le vostre capacità orientative. Se già sono scarse, diventa una personale sfida di sopravvivenza. Diventa fondamentale trovarsi dei propri punti di riferimento per districarsi nell’infinito reticolato di stand e padiglioni. Detta così sembra una faticaccia, ma in realtà è uno dei ricordi più belli di quei giorni. Essere a briglia sciolta, da solo o in compagnia, circondato da libri e persone, in un andirivieni di incontri, ha un fascino particolare. Ti regala una sensazione di libertà che difficilmente ha eguali fintanto che si è dietro i banchi di scuola. Quella stessa libertà è quasi amplificata dalla grandezza del posto. E così, perdersi al Salone non è mai brutto. Ad ogni angolo, anche se non hai la più pallida idea di dove sei finito, ci sarà comunque qualcosa di interessante, che vale la pena di essere scoperto. È come una gita, potrete obiettare voi. No. Al Salone non esistono verifiche, interrogazioni, compiti a casa, note sul registro. Al Salone sei tu, i tuoi incontri, i tuoi articoli, i tuoi amici, quelli di scuola e quelli nuovi che conosci in redazione. E se non è una buona ragione questa…
- LE INTERVISTE
Fare parte della redazione BookBlog, inoltre, vi offre un prezioso vantaggio: la possibilità di intervistare, muniti di telecamera e microfono, scrittori, conduttori, attori, musicisti o cantanti, insomma chiunque rientri in un incontro per dialogare o presentare un libro. Se siete timidi e pensate di non esserne in grado, non vi preoccupate. La tremarella viene a tutti e, chi dice di no, mente. Di solito inizia durante la riunione di redazione mattutina, quando viene comunicato che per il tuo incontro è prevista l’intervista. Il tremore indistinto di arti e mandibola ritorna quando ci si presenta (ad inizio o fine incontro) al malcapitato personaggio. Qui si aprono mille scenari possibili ma tutti utili per fare esperienza e diventare più sicuri: c’è chi è super disponibile e chi meno, chi vi dice sì subito e chi è stanco, chi è simpaticissimo e chi antipaticissimo. C’è quello che non vedeva l’ora di essere intervistato da qualcheduno e non finisce più di parlare, quello che non capisce le vostre domande. Quello che a fine intervista considerate già il vostro migliore amico o amica. Insomma, approcciare, da giornalisti in erba, personaggi rodati è sempre un’esperienza ed una fonte inesauribile di aneddoti. E questa è, di per sé, un’ottima ragione per far parte del BookBlog: chiunque vorrà sempre saperne di più al vostro “Ma sai che una volta io ho intervistato…”
- NON ANDARE A SCUOLA
Questo è forse il vantaggio più ovvio per noi studenti, arrivati stremati a maggio. Il più scomodo da dire perché, così facendo, si rischia di esaltare la disonestà di chi pensa che al Salone si va ma non si fa nulla. Se siete arrivati fin qui, avrete capito che non è proprio così. Al Salone si lavora e pure parecchio. Ciononostante, non pesa. È un lavoro divertente, stimolante, creativo. Maggio si sa, è uno dei mesi peggiori per i poveri studenti scolastici, oberati di verifiche e interrogazioni, mentre fuori il sole splende e ormai si pregusta il senso di libertà che solo 3 mesi di vacanza assicurano. E allora, cosa c’è di meglio di mollare tutto per qualche giorno, fare armi e bagagli e trasferirsi a Torino? Far parte del BookBlog è una ventata di aria fresca, un modo per staccare la spina e tornare rinvigoriti per le ultime settimane di fatiche. Mentre i vostri compagni di classe saranno a scuola ad ascoltare barbose lezioni di letteratura o matematica, voi sarete al Salone, a lavorare dalla mattina alla sera, certo, ma intenti a fare tutt’altro. E con un pass al collo che può aprirvi ogni cosa.
Le ragioni da elencare sarebbero altre mille. In definitiva ragazze e ragazzi, ascoltatemi: andate al Salone del Libro, entrate a far parte della redazione del BookBlog e non ve ne pentirete. Parola mia.
Angelica Hamado, ex studentessa del Liceo Classico Ariosto- Galeotta e Bookblogger nel cuore.
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