“Lo spazio si pensa, i luoghi si abitano. Lo spazio si attraversa, nei luoghi si sosta. Lo spazio è l’astratto, il luogo il concreto. Tuttavia, il luogo non è solo uno spazio determinato, particolare, definito da coordinate precise. Il luogo è qualcosa che ha a che fare con la memoria, con le emozioni e con il desiderio. Come la città calviniana di Ersilia, i luoghi sono una trama intessuta di rapporti. I luoghi stanno alla storia vissuta, come lo spazio sta al tempo cronometrato. Perciò, mentre i luoghi si riconoscono – si odiano e si amano -, gli spazi semplicemente si misurano. Ne consegue che i luoghi siano, in prevalenza, figure della differenza e della qualità, gli spazi dell’uniformità e della quantità. Nel luogo domina il significato originario del raccogliere e del riunire, nello spazio quello dell’intervallo e, quindi, della separazione, del confine e del conflitto. Ma se anche, per legge, posso farti spazio o negartelo, è solo nel luogo che ti posso accogliere. E’ solo qui, dunque, che l’ospitalità può aver luogo.”

La topothesìa è la figura poetica mediante la quale si “pone il luogo”, quasi che il poeta “disponga” sotto gli occhi del lettore l’immagine di una determinata terra o regione, caratterizzata da elementi peculiari e significativi. Questa figura comincia quasi sempre con la formula “C’è un luogo… / est locus…” e viene usata più volte da Virgilio, Ovidio e Dante.

Vorrei ora quantomeno tentare di creare la mia personale topothesìa di un luogo che ha segnato in maniera imprescindibilmente profonda i miei anni di liceo, regalandomi ricordi che fatico a chiamare tali, avendoli ancora vividi nel mio presente in tutta la loro bellezza. “Dispongo” l’immagine di questo luogo nella mia mente, perché è così che lo voglio ricordare.

C’è un luogo che è una via d’accesso, è l’armadio dentro il quale trovi Narnia, è la tana del Bianconiglio, è il Calice di Fuoco che ti sceglie per gettarti a capofitto nell’avventura.

C’è un luogo dove ci si in-con-tra, dove l’Altro non si evita ma si cerca, nella consapevolezza che la crescita è scambio, è confronto, è dialogo.

C’è un luogo dove la voglia di ascoltare, imparare, discutere, assimilare si amplia a dismisura, diventa incontenibile, dove non sei mai sazio, dove non ti accontenti mai.

C’è un luogo in cui entri con gli occhi pieni di curiosità e da cui esci con la testa vorticosamente affollata da idee, suoni, colori, parole.

C’è un luogo che mi ha dato la misura del grado di complessità che desidero raggiungere, non certo senza fatica e impegno.

C’è un luogo che oltrepassa la dimensione corporea, ti si incastona nella mente e diventa parte di te e del tuo modo di essere.

C’è un luogo che ti insegna che l’impegno e la dedizione portano la soddisfazione più grande quando sono condivisi con dei meravigliosi compagni di viaggio.

C’è un luogo dove si cammina (e si corre) insieme, dove nessuno è escluso, dove non c’è mai silenzio perché ogni voce ha importanza in quell’ordinato marasma.

C’è un luogo abitato dalle emozioni nella loro forma più pura e sincera, dove la potenza dei libri crea legami indistruttibili.

Questo luogo chiamato Salone del Libro, chiamato Festival di Internazionale, chiamato redazione del BookBlog, chiamato Galeotto Fu Il Libro mi ha accolta a cuore aperto, mi ha fornito le parole necessarie a mettere un po’ d’ordine nei miei pensieri senza nome di ragazzina, necessarie a dare una direzione a questo mio viaggio che spesso mi sembra insensato.
Mi piace pensare a questa meravigliosa esperienza, a cui devo una parte importante della persona che sono oggi, come ad una tappa, ad un passaggio, a cui ho dedicato me stessa con gioia e soddisfazione ma che devo lasciare per navigare in altri mari. Devo essere fedele a ciò che mi ha insegnato: non si smette mai di cercare, dentro e fuori di sè.

In realtà mi tremano un po’ le mani a mettere la parola fine a tutto questo, preferisco scrivere “alla prossima”, preferisco tenere l’armadio socchiuso, per sentire ancora una volta il profumo dei libri nel naso e la voglia di scrivere nelle dita.

Margherita Baldazzi, bookblogger e galeotta per sempre
(ormai ex) Liceo Ariosto, Ferrara