Oggi, giovedì 10 maggio, si è tenuto il primo dei quattro incontri di lettura nei cieli di Torino previsti dal Salone del Libro 2018. La prima tappa del percorso è stata la salita presso il campanile di S. Zita, nella circoscrizione quattro, alla quale seguiranno gli incontri presso il Duomo di Torino (venerdì 11 maggio, alle ore 15:00), la Mole (sabato 12 maggio, ore 15:00) e per concludere la Basilica di Superga (domenica 13 maggio, ore 15:00).

Come da programma sono state recitate letture di brani letterari al ritrovo, nelle aree di sosta e all’arrivo di una delle ascensioni nelle più elevate architetture della nostra città. Il nostro percorso è iniziato, al ritrovo, con la lettura di una lettera in merito alla costruzione campanile stesso, scritta proprio da Francesco Faà di Bruno, fondatore della struttura. Terminata la lettura, un primo gruppo si è cimentato nella salita dei 300 gradini che portano alla cima del campanile, mentre il resto dei partecipati ha potuto visitare il Museo interno alla struttura, dedicato proprio a Francesco Faà di Bruno. All’arrivo al punto di sosta stabilito ci si è cimentati nella seconda lettura prevista: L’Ascesa al Monte Ventoso, di Petrarca. Anche in questo caso una lettera, tratta dalla raccolta I Famigliari, all’interno della quale il poeta racconta della sua salita al Monte Ventoso. Si trattò, per Petrarca, di una perfetta occasione per un esame intimo della propria morale, e di un modo di tratteggiare gli aspetti fondamentali di quella che sarebbe stata la sua autobiografia ideale. Abbiamo riflettuto in merito al fatto che la scalata fosse in realtà un’allegoria  della crisi spirituale del poeta, e come quindi il raggiungimento della cima fosse simbolo della salvezza eterna…il perfetto spunto per riflettere durante la restante parte della nostra salita.

 

Al nostro arrivo in cima:

A l’alta fantasia qui mancò possa;

 ma già volgeva il mio disio e ‘l velle, 

sì come rota ch’igualmente è mossa, 

l’amor che move il sole e l’altre stelle.

Cosa avrebbe meglio potuto concludere la salita, se non il XXXIII canto del Paradiso dantesco?

Siamo, così, giunti alla fine del nostro percorso: abbiamo ammirato il panorama, la splendida città di Torino da uno dei suoi punti più alti, ascoltando l’ultimo canto di uno dei capolavori della letteratura italiana, La Divina Commedia.

Per quanto mi riguarda si è trattato di uno degli incontri più coinvolgenti ai quali abbia mai partecipato in quattro anni di attività come inviata del Bookblog. Ho trovato la scelta dei brani letterari assolutamente consona alla circostanza e ho soprattutto apprezzato la compagnia degli altri membri del gruppo: è stata un’occasione alternativa per avvicinarmi a quelle letture in cui spesso mi imbatto tra i banchi di scuola non in una dimensione individuale, ma potendomi confrontare con gli altri partecipanti all’incontro. Invito tutti i lettori a prendere parte agli appuntamenti successivi di questo ciclo di incontri, dal momento che, credetemi, si tratta di un’occasione unica, non solo per vedere Torino da un’altra prospettiva, sicuramente affascinante, ma anche di avvicinarsi alla lettura in modo originale.

Carolina Grossetti, Liceo Classico Cavour