Sabato scorso, si è tenuta presso la Libreria Feltrinelli di Ferrara, e durante la mattina al Liceo Scientifico Roiti, la presentazione dell’acclamato libro “Se ti abbraccio non avere paura”, di Fulvio Ervas, che racconta il viaggio negli USA di un padre e un figlio, Franco e Andrea. E fin qui nulla di speciale. L’extra-ordinarietà consiste nel fatto che Andrea, 18 anni, ricci ribelli, è un ragazzo autistico. Ma ciò che ti colpisce, che ti prende l’anima e la stravolge, che ti emoziona non è tanto la “diversità” di Andrea, (ma come ci insegna Freud non esiste una distinzione tra anormale e normale, esistiamo noi come individui, senza appartenere a nessuna “categoria” precostituita) quanto il profondo e meraviglioso rapporto tra questo padre e questo figlio.Siamo abituati all’amore incondizionato della madre per la propria creatura, tanto che quello del padre ne rimane quasi offuscato: nell’immaginario comune infatti viene sempre prima “lei” di “lui” quando si tratta di figli. La forza di questo libro consiste proprio, a mio parere, nell’aver scardinato questa sorta di “gerarchia”, in quanto il protagonista assoluto è Franco: la madre c’è, è presente quanto Franco nella vita di Andrea e, come il marito, presenta un’eccezionale forza d’animo, ma sarebbe stata una presa in giro nei confronti del lettore, dice Ervas, inserire anche lei (per par condicio) in un viaggio compiuto unicamente dal padre e dal figlio.
Viaggio non privo di difficoltà: il rischio era quello di non riuscire a comprendersi, a comunicare: non è mai facile convivere con le diversità e i difetti dell’altro, sia esso un figlio o un compagno: il rischio è infatti non riuscire ad accettarli, ma se l’amore è puro come quello di Andrea per Franco e viceversa, tutto può essere superato e sconfitto.
La potenza del libro è frutto della straordinaria affinità tra i due “padri” del libro: Fulvio Ervas e Franco Antonello. Ervas ha infatti accettato questa sfida, davvero ardua, prima da padre che da scrittore. E solo da padre ha potuto trasmetterci la profondità e la sensibilità del rapporto tra Andrea e Franco. Ne risulta un libro originale e spontaneo e non un’accozzaglia di patetismi e luoghi comuni.
Questo libro apre un essenziale squarcio sull’autismo, ancora oggi troppo poco conosciuto e ignorato, e sul rapporto tra padre-figlio, non meno complesso o importante di quello tra madre-figlio. Franco è un luminoso esempio di cosa può l’amore, puro e incondizionato, di un padre.
Vorrei concludere con una frase di Andrea, che mi ha lasciata senza parole.
Sono un uomo imprigionato nei pensieri di libertà.
Sara Hamado, Liceo Classico L.Ariosto, Ferrara
( Sabato 18-05-2013 h 14.00 incontro con Fulvio Ervas, Sala Gialla)
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