A Portici di Carta non poteva di certo mancare un incontro su Sebastiano Vassalli, dal momento che questa edizione è stata dedicata a questo immenso scrittore italiano mancato a Luglio di quest’anno.  A parlarci di lui sono quattro persone: la moglie Paola Todeschino, l’amica Giovanna Ioli, il critico letterario Massimo Novelli ed il critico letterario Giovanni Tesio.

Per prima prende la parola la moglie che parla di Sebastiano come di un uomo solitario ma non solo, La solitudine è meglio del chiacchiericcio mondano dice citando proprio il marito, e grande amante della natura, un amore sviscerato per la Natura; lui nel giardino di casa incontrava i personaggi dei suoi romanzi. Un uomo che rifuggiva la mondanità, bipolare nella sua costante ricerca di solitudine e della sua compagnia; solitudine e tempo per scrivere, compagnia della moglie per avere qualcuno con cui condividere le piccole cose, qualcuno di cui fidarsi, Una volta gli dissi: Tu stai con me per poter vivere meglio da solo. 

Giovanni Tesio invece racconta Vassalli più sul piano letterario, definendolo uno scrittore all’antica che coglie più i vizi degli Italiani che le virtù, uno scrittore profondamente civile. Romanziere dal seicento al risorgimento, del novecento, dell’antica Roma e anche scrittore autobiografico; un grande scrittore candidato al Nobel nel Maggio di quest’anno; uno scrittore che non si smentisce mai, un Visionario. Anche lui accenna alla dicotomia Solitudine-Compagnia citando Pavese: Non esiste silenzio se non condiviso. Vassalli, continua Tesio, credeva nell’Arte… come Lorenzo Bernini. Sebastiano credeva nell’immensità di Dio, non nella Chiesa che ha inquadrato la religione, credeva in un’immensità soprattutto fisica: la Natura era per lui la più grande emanazione divina in terra.  

Massimo Novelli definisce la scrittura di Vassalli una scrittura di cose, di atti e di gesti; come Pavese, Sebastiano sosteneva che le descrizioni di paesaggi erano assolutamente inutili, ma la presenza dei personaggi rendeva i paesaggi meglio di qualsiasi descrizione avesse fatto, una scrittura molto concreta quella di Sebastiano. 

Vassalli è stato un grande scrittore della seconda metà del novecento e dell’inizio del millennio, uno scrittore che ha raccontato l’Italia, uno scrittore pieno di storie.

Federico Albert, Redazione Alfieri