Durante l’ultima giornata di Pordenone Legge si è svolto, all’interno del Palazzo della Provincia, l’incontro con il politologo e intellettuale ceco-francese Jacques Rupnik presentato da Guido Crainz.
Il tema centrale di cui si è discusso è stato l’Europa trent’anni dopo il fatidico 1989, ovvero dopo il crollo del Muro di Berlino. Per molti questo fondamentale evento ha significato la fine delle dittature e l’inizio di una tanto auspicata democrazia.
Lo studioso ha tuttavia ricordato come questo non sia accaduto in molti paesi europei. Basti pensare alla Ex-Jugoslavia. L’assedio di Sarajevo, la pulizia etnica e i bombardamenti avvenuti in questa zona vennero visti da tutti come un’anomalia ma si trattò di una vera e propria dittatura che causò la morte di tantissime persone tra civili e militari
Successivamente ha continuato il suo discorso affermando come in questi ultimi anni si stia verificando un rivolgimento. Infatti, con l’ascesa di personaggi come Viktor Orbán in Ungheria, si sta lentamente tornando al partito unico come ai tempi delle dittature. Il fenomeno preoccupante, secondo Rupnik, è che si tratta di Stati democratici in cui vengono effettuate delle regolari elezioni.
Il politologo ha concluso avviando una riflessione riguardo il generale affaticamento della Democrazia in tutta Europa rispetto a una crescita sempre più imponente di fenomeni preoccupanti come il nazionalismo e il populismo.
Mark Marianello, Emma Santin.
Liceo Grigoletti, Pordenone.
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