“L’invenzione di Google, equivale a quella della stampa” con questa citazione di Roberto Vacca, il giornalista Gianluigi Bonanomi ha iniziato il laboratorio sull’uso corretto della tecnologia moderna, sui vari trucchetti per cercare informazioni su Internet, sulle bufale che girano sul web e su come smascherarle facilmente. Ha mostrato agli spettatori i dieci punti fondamentali, pensati da Roberto Trinchero, per identificare una bufala, di cui uno dei più importanti è verificare la validità del sito.
Ci ha anche spiegato che, digitando le stesse parole su Google si possono ottenere risultati molto diversi, infatti cercando Viaggio in America e “Viaggio in America” si ottengono nel primo caso località turistiche, mentre nel secondo un libro con l’omonimo titolo.
Questo laboratorio ha coinvolto tutti i bambini che, nella seconda parte dell’incontro, dovevano capire quali delle notizie scritte fossero reali e quali no, cercandole su Google. Secondo voi sono vere o false?:
-Granchi vivi al supermercato, Licia Colò li compra e li libera.
-A Bologna apre la prima macelleria che vende carne umana.
-Un ristorante cinese di Padova ha in menù zampe d’orso.
-Aumento di stipendio per Luciana Litizzetto: 5000 euro al minuto.
Molte di esse erano strane, ma alla fine il pubblico è riuscito a portare a termine il proprio compito nel modo corretto.
Molti dei presenti si sono domandati il motivo per cui si scrivono le bufale e la risposta è per il guadagno tramite click, per le visualizzazioni dell’articolo e per le pubblicità legate ad esso.
E allora, credere o non credere a tutto ciò che si legge sul web?
Sara Comune e Elena Chiappino, scuola media Peyron
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